Da un’infanzia vissuta nei prefabbricati post-terremoto di Serino, in provincia di Avellino, fino a un lussuoso indirizzo nel cuore di Milano, in via Montenapoleone. È la parabola di Gianluca Alfieri, 25 anni, originario di Atripalda ma cresciuto a Serino, oggi al centro di una presunta truffa che coinvolge i club calcistici di Brescia e Trapani. Alfieri risulta amministratore unico di Alfieri SPV Srl, società che avrebbe ceduto al Brescia Calcio crediti fiscali poi ritenuti “inesistenti” dall’Agenzia delle Entrate. È anche a capo della Stellato Srl, registrata nel 2024 ma risultante inattiva, fondata con un capitale di 700mila euro tramite un notaio avellinese.

L’imprenditore, con all’attivo solo un diploma di terza media ottenuto presso la scuola Solimena di Serino, non ha esperienze scolastiche o lavorative nel campo economico-finanziario. Nonostante ciò, è riuscito a fondare due società con sede in uno degli indirizzi più esclusivi d’Italia, dove però nessuno sembra conoscerlo. E’ figlio di una famiglia modesta, padre operaio e madre casalinga, non ha mai avuto impieghi stabili. Molti concittadini credono che Alfieri sia stato solo una pedina, forse usata da menti più esperte. Da tempo Alfieri si è trasferito al Nord e ha interrotto i contatti con il paese d’origine. Anche il presidente del Brescia, Massimo Cellino, ha sporto denuncia contro di lui, contribuendo ad alimentare i dubbi su chi realmente muova i fili dietro questa vicenda.