Sarà in vigore dal 23 maggio, l’ordinanza (n. 189/2025) della Capitaneria di porto di Trapani relativa alla disciplina delle immersioni subacquee a scopo sportivo o ricreativo (diving, snorkeling/seawatvhing) nel Circondario Marittimo di Trapani. La nuova ordinanza, nelle more della decisione del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana a cui l’Autorità Marittima ha proposto appello, recepisce quanto stabilito dalla sentenza n. 3513/2024 del TAR Sicilia che aveva annullato alcuni articoli della precedente ordinanza emanata sull’argomento l’estate scorsa dalla Capitaneria di porto. Il provvedimento odierno è stato condiviso preliminarmente con gli Enti locali e le associazioni nautiche nazionali maggiormente rappresentative in un incontro svoltosi lunedì presso gli uffici della Capitaneria di porto garantendo, in questo modo, il massimo coinvolgimento pubblico nel procedimento amministrativo finalizzato all’emanazione del nuovo provvedimento.
Nel corso della suddetta riunione sono state condivise le parti oggetto di contenzioso e adeguate in base alle indicazioni, per il momento, fornite dal TAR Sicilia e privilegiando, ad ogni modo, l’interesse primario ed essenziale della salvaguardia della vita umana in mare e della sicurezza della navigazione e balneazione sulla base delle specifiche peculiarità locali. Il Comandane della Capitaneria Guglielmo Cassone sottolinea che l’ordinanza è da intendersi quale strumento oggettivo e realistico di ausilio al Capo del Circondario Marittimo, visto quale soggetto partecipe e promotore di mirate linee di azione volte a tutelare il significativo ruolo di interfaccia con tutti gli operatori del settore, rafforzando l’attenzione sulla sicurezza e salvaguardia della vita umana in mare, senza subordinarla agli aspetti economici e concorrenziali, stimolando la concreta partecipazione e ausilio nonché collaborazione di tutti i soggetti interessati, rendendoli partecipi allo sviluppo ordinato e sicuro del settore in cui operano, per contemperare gli interessi contrapposti e mantenere sempre alto il gradiente di sicurezza, affinché la soglia del rischio accettabile non sia superata. Per raggiungere tale scopo, è stata perciò ritenuta necessaria l’adozione di principi e criteri uniformi a livello locale, certi, precisi e concordanti, in modo da evitare comportamenti illegittimi, anticoncorrenziali e, soprattutto, minanti la sicurezza dei partecipanti alle attività subacquee.