Breve promemoria sulla sanità trapanese per chi arriva da Marte

Vincenzo Figlioli

Punto Itaca

Breve promemoria sulla sanità trapanese per chi arriva da Marte

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venerdì 18 Aprile 2025 - 06:45

“La comunità aziendale che io rappresento, l’insieme delle oltre 4.300 lavoratrici e lavoratori dei diversi ruoli e qualifiche, non può essere oggetto, come stiamo riscontrando in questi giorni, di continuo ed immotivato attacco ed assedio da parte di qualsiasi soggetto esterno, portatore di interessi non coincidenti con le finalità assistenziali dell’azienda, per mere finalità di propaganda”.

A dirlo è il nuovo direttore generale dell’Asp di Trapani, Danilo Palazzolo, probabilmente arrivato da un pianeta lontano e dunque non a conoscenza di quanto è accaduto intorno alla sanità trapanese ultimamente. Giusto qualche settimana fa, come molti ricorderanno, è scoppiato lo scandalo dei ritardi nei referti degli esami istologici in provincia che ha portato alla sospensione del dirigente Ferdinando Croce, ritenuto responsabile (ma – com’è facilmente comprensibile – non lo era più di altri) di questo grave disservizio. Più recentemente si è cominciato a parlare anche di ritardi relativi agli esiti delle mammografie e degli screening sul sangue occulto nelle feci, come denunciato dall’ex sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo. Chiaramente, non si tratta di ritardi addebitabili ai medici, agli infermieri o agli oss, ma a una cattiva gestione organizzativa, che parte dall’ente che gestisce la sanità in Sicilia, la Regione. Quella, per intenderci, che ha nominato Palazzolo e, prima di lui, Croce e Damiani.

La pressione che stanno facendo in queste settimane stampa, partiti politici, sindacati e associazioni, non è dunque da considerare come un assedio ai medici, agli infermieri o agli oss, che spesso sono le prime vittime della cattiva gestione regionale, che li costringe a turni massacranti e li espone a situazioni che certamente aumentano il coefficiente di difficoltà del loro lavoro. Non a caso, le varie procedure selettive per il reclutamento di nuovo personale sono state spesso un fallimento. Detto in maniera più esplicita: i medici non vogliono venire a lavorare in provincia di Trapani, soprattutto in alcuni reparti, ritenendo che non ci siano le condizioni per mettere la propria professionalità al servizio dell’utenza.

In tutto ciò, proprio in questi giorni, sono state depositate le motivazioni di una recente sentenza di primo grado che nell’ambito delle indagini legate alla latitanza di Matteo Messina Denaro ha condannato a 8 anni di reclusione un tecnico radiologo in servizio all’ospedale “Abele Ajello”, Cosimo Leone, per favoreggiamento. Scrive il gip di Palermo che ha redatto la sentenza: “L’intero percorso sanitario di Messina Denaro presso l’ospedale di Mazara del Vallo è stato connotato da straordinaria rapidità ed efficienza, non soltanto con riguardo alla tempistica del ricovero, ma anche alla effettuazione della tac, originariamente programmata per il 20 novembre, ma poi anticipata dapprima al 17 novembre e poi al giorno 10 novembre”. In barba ai principi di uguaglianza, universalità ed equità sanciti dalla legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, evidentemente, in provincia di Trapani i referti possono arrivare con mesi di ritardo o in tempi record, a seconda di chi li attende. E’ su questo, magari, che dovrebbe concentrarsi l’indignazione del nuovo direttore generale dell’Asp, non sulle legittime richieste di chi vorrebbe un servizio più adeguato alla esigenze degli utenti.

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