Sicilia, basta ipocrisie! Le donne vogliono scegliere e lo faranno!

Carmela Barbara

Sicilia, basta ipocrisie! Le donne vogliono scegliere e lo faranno!

Condividi su:

giovedì 03 Aprile 2025 - 09:52

C’è una battaglia di civiltà che si sta combattendo in Sicilia, una battaglia che riguarda ogni donna, ogni madre, ogni figlia. È il diritto all’autodeterminazione, il diritto sacrosanto di decidere del proprio corpo senza ostacoli, senza giudizi, senza il peso di un sistema sanitario che troppo spesso chiude le porte in faccia a chi vuole semplicemente scegliere. Finalmente, la Sicilia ha fatto un passo avanti: la VI Commissione Sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato un emendamento storico che prevede l’assunzione di medici non obiettori nelle strutture sanitarie pubbliche. Tradotto: ogni donna dovrà poter interrompere una gravidanza senza essere costretta a peregrinare per chilometri, senza subire umiliazioni, senza essere lasciata sola. Perché la legge 194 esiste, e deve valere per tutte, ovunque. Anche qui. Anche adesso. Sembra assurdo, ma in Sicilia il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza è stato per anni un diritto negato, sulla carta garantito, nei fatti quasi impossibile da ottenere. L’85% dei ginecologi siciliani è obiettore. Interi ospedali dove una donna in difficoltà si sente rispondere “no, non posso”, come se la sua volontà, la sua vita, il suo dolore non contassero nulla.

Ma contano. Eccome se contano. Noi, donne, scegliamo. Non chiediamo il permesso. Le donne hanno diritto di decidere se portare avanti una gravidanza o no. Non importa chi sei, dove vivi, quanti figli hai già. Se non vuoi, se non puoi, se non ce la fai, devi poter dire NO. Senza dover lottare, senza rischiare la vita, senza paura. E invece, quante storie di paura ancora ascoltiamo? Storie di donne costrette a espatriare per abortire, storie di adolescenti lasciate sole, storie di aborti clandestini finiti in tragedia, storie di uomini che vogliono decidere al posto nostro, che ci costringono, che ci puniscono se non obbediamo. C’è chi ancora si scandalizza per questa battaglia. Ma allora scandalizziamoci anche per quella bambina nata per caso, l’ennesima figlia femmina che un padre non ha nemmeno voluto vedere perché “doveva essere maschio”. Scandalizziamoci per tutte le vite segnate da gravidanze imposte, per tutti quei figli cresciuti nel risentimento, nel dolore, nella miseria.

Questa non è solo una battaglia di legge. È una battaglia di libertà. Di dignità. Di vita. Non torneremo indietro. L’emendamento per l’assunzione di medici non obiettori è un segnale forte: le donne in Sicilia non sono più disposte ad accettare l’ipocrisia, la discriminazione, l’abbandono. Lo Stato, le Regioni, le istituzioni devono garantire un diritto fondamentale, senza se e senza ma. Ora, questa norma dovrà passare al vaglio dell’Assemblea Regionale Siciliana martedì prossimo 8 aprile, che avrà la responsabilità di trasformare questa conquista in legge. Speriamo davvero che lo faccia. Speriamo che chi siede in quell’aula si ricordi che non sta decidendo su un principio astratto, ma sulle vite reali di migliaia di donne. Perché la verità è una sola: se una donna vuole abortire, lo farà. La differenza è che lo farà in sicurezza oppure rischiando la vita. E noi scegliamo la sicurezza, scegliamo la libertà, scegliamo la dignità. E voi? Ci siete, o resterete ancora a guardarci lottare da sole?

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta