Siti culturali chiusi a Erice, la sindaca Toscano: “Sul loro futuro non accetto lezioni da chi distrugge”

Carmela Barbara

Siti culturali chiusi a Erice, la sindaca Toscano: “Sul loro futuro non accetto lezioni da chi distrugge”

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mercoledì 26 Marzo 2025 - 07:00

La chiusura dei siti culturali di Erice ha scosso la politica cittadina accendendo lo scontro tra amministrazione, maggioranza e opposizione. Al centro della vicenda, la mancata approvazione del rinnovo della convenzione con la Fondazione Erice Arte, da anni incaricata della gestione del patrimonio culturale della città. Una scelta che ha spaccato il Consiglio comunale e innescato un acceso dibattito pubblico, tra accuse di scarsa trasparenza, ostruzionismi e divergenze interne alla stessa maggioranza. Sullo sfondo, il rischio concreto di un lungo stop per musei e monumenti, con pesanti ricadute per la stagione turistica alle porte. In questa intervista, la sindaca Toscano ricostruisce la vicenda e traccia le prospettive per il futuro della gestione culturale ericina. E sulla su maggioranza dice…

Sindaca Toscano, può spiegare ai cittadini le motivazioni che l’hanno spinta a proporre l’affidamento dei siti culturali alla Fondazione Erice Arte e quali benefici si aspettava da questa gestione?

L’affidamento della gestione dei siti culturali alla Fondazione Erice Arte rappresenta da anni una scelta strategica per garantire una gestione più snella, qualificata e professionale delle risorse culturali del nostro territorio. La Fondazione, essendo una realtà giuridica indipendente e con una comprovata esperienza nel settore, è in grado di valorizzare al meglio il nostro patrimonio, garantendo al contempo il rispetto degli standard di qualità e di trasparenza. La gestione della Fondazione, nel tempo, ha portato ad un incremento delle attività culturali, una maggiore attenzione alla promozione turistica e, soprattutto, una coordinazione attenta e qualificata. Ciò anche grazie ai sovrintendenti che si sono avvicendati nel tempo, ultimo il prof. Giordano Bruno Guerri, tra i più importanti storici, saggisti e giornalisti italiani, del cui contributo ci onoriamo, ed ai consigli di amministrazione, l’ultimo presieduto ottimamente dall’avvocato Nicola Adragna, il cui curriculum parla da solo. Il Cda, che offre la propria opera gratuitamente, ricordo, è poi formato dall’architetto Vito Mancuso, già presidente dell’Ordine degli architetti di Trapani, e dalla dott.ssa Victoria Noel-Johnson, storica dell’arte britannica, curatrice di mostre tra cui quelle di Giorgio De Chirico, autrice di molteplici pubblicazioni sull’arte europea del XX secolo. Una equipe di altissimo profilo che dimostra come quest’Amministrazione voli alto, altissimo, molto lontano da logiche spicciole e di bottega care a quanti, invece, non hanno la passione né la competenza per fare altrettanto.

Nel dibattito in aula sono emerse alcune perplessità legate alla gestione e alla trasparenza. Qual è la sua visione su questi aspetti e come si può rassicurare la cittadinanza rispetto alla tutela dell’interesse pubblico?

Le perplessità sollevate dall’opposizione sono soltanto scuse che non reggono. Non è più un mistero che alcuni si oppongano semplicemente per principio, senza offrire alternative concrete e costruttive. La nostra priorità è l’interesse pubblico, e in questo caso, i fatti parlano chiaro. Sono pronta a rispondere delle scelte fatte, ma non accetterò lezioni da quanti, tra i banchi dell’opposizione, si sono limitati a fare ostruzionismo piuttosto che proporre soluzioni alternative. E a chi lamenta presunti problemi di trasparenza, rispondo che l’unica vera mancanza di trasparenza è quella che si verifica quando si preferisce un immobilismo dannoso per la nostra città, piuttosto che intraprendere decisioni per il bene pubblico. Ciò che vogliono davvero alcuni è mantenere il potere di far naufragare qualsiasi proposta utile, pur di non riconoscere i meriti di iniziative evidentemente proficue. Per questo vedo molto difficile un confronto con alcuni – non tutti – componenti dell’opposizione.

Erice Vetta

Con la chiusura attuale dei siti culturali, quali sono le sue priorità per riaprirli al pubblico e quali soluzioni alternative sta considerando per la loro gestione futura?

La chiusura dei siti culturali è una situazione che non avremmo mai voluto né immaginato, ma che si è resa necessaria a causa della scadenza della convenzione tra il Comune e la Fondazione. Scadenza determinata dalla scelta dei consiglieri comunali di non rinnovarla, non approvando la proposta di delibera giunta in Consiglio. In ogni caso, stiamo lavorando con impegno per trovare soluzioni alternative che al momento non posso anticipare. Le priorità sono chiare: ripristinare quanto prima la gestione dei siti culturali garantendo, al contempo, il rispetto dei tempi e delle modalità burocratiche.

In questo momento di tensione politica, come intende lavorare per ricostruire un dialogo costruttivo con il Consiglio Comunale e garantire che le decisioni future siano prese nel migliore interesse della comunità ericina?

Il “dialogo costruttivo” che alcuni, tra i banchi dell’opposizione, invocano, non è altro che una scusa per chi sta cercando di far fallire ogni proposta che non passi sotto il loro controllo. La politica di opposizione di questi ultimi anni ha evidenziato un’unica costante: l’ostruzionismo a prescindere. Si nascondono dietro la retorica della “trasparenza” e della “partecipazione”, ma in realtà, puntano a demolire me. Preferiscono fare il gioco delle parti, alzando polveroni, riempiendosi la bocca di paroloni come “esposto”, “denuncia”, “Corte dei Conti”, “Anac”, piuttosto che dare un contributo che sia realmente d’impulso e non, appunto, di distruzione. Io, invece, continuo a lavorare per il bene comune, cercando di fare quel che è giusto anche quando non è popolare. Certo, non mi aspetto che chi ha trascorso mesi a criticare senza costrutto improvvisamente cambi approccio. Ma non per questo mi fermerò. Auspico un miglior dialogo con la mia maggioranza con cui c’è stata una divergenza di vedute che è in fase di chiarimento, per il bene della Città.

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