Inchiesta di mafia: spunta la banda che ruba la luce con i contatori clonati anche a Favignana

Gaspare De Blasi

Inchiesta di mafia: spunta la banda che ruba la luce con i contatori clonati anche a Favignana

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domenica 09 Marzo 2025 - 06:42

Un contatore “clone” costa 300 euro. Una volta installato consente di abbattere i costi della bolletta della luce. La Procura di Palermo mentre indagava sui nuovi assetti mafiosi all’Uditore e si è imbattuta pure nei furti di energia elettrica.

La diffusione dei contatori falsificati

Il fenomeno è tanto diffuso quanto difficile da scovare, ma i poliziotti hanno trovato la chiave per entrare nei segreti di quello che viene definito “un gruppo di soggetti dediti in via continuativa ed in forma organizzata al furto di energia elettrica”.

Una vera e propria organizzazione che si muove dietro chiamata. Gli investigatori l’avrebbero scoperta intercettando Alessandro Costa, arrestato nell’ultimo blitz della Direzione distrettuale antimafia perché considerato un personaggio di rilievo della famiglia mafiosa del zona dell’ Uditore a Palermo.

La strategia e il procedimento.

Costa avrebbe fatto installare il contatore “clone” a casa sua grazie all’intervento di quattro persone, fra cui un elettricista. Una di queste spiegava a Costa che “a noi ci basta un filo di terra fatto sistemato e ci andiamo a invertire il contatore di dietro e lo facciamo risparmiare… con il filo di terra sistemato… noi lo possiamo fare… fammi sapere che contatore è e quando mi dici che mi posso muovere”.

Si tratta di un contatore“fotocopia” tenuto nascosto.

Su quello dell’Enel vengono scaricati gli elettrodomestici che consumano di più, sull’altro tutto ciò che incide meno sulla bolletta: “Dal frigorifero che è un motore induttivo” alle “luci esterne”. Il concetto veniva chiarito con la più esplicita delle frasi. Ci sono due contatori, solo che “uno conta e uno non conta”

Assistenza a qualunque ora

Non solo consumi tagliati, ma anche assistenza proprio come fanno le ditte specializzate: “Se su hai bisogno di me chiami e io vengo… il mio telefono è acceso 24 ore su 24… siccome io lavoro per loro”. “Loro” sono i titolari della ditta di impianti di energie rinnovabili da cui sono stati assunti e che quasi certamente sono all’oscuro del “doppio lavoro” illecito. Sapevano di correre il rischio di “perdere il posto di lavoro perché domani vengono i carabinieri non lo possiamo sapere quello che succede”.

La voce dell’esistenza dei contatori clonati si è sparsa in città.

Ne sono stati piazzati diversi. Quanti? Solo i controlli potranno stabilirlo. Per primi saranno analizzati i consumi di Costa e dei suoi parenti.

Appostamenti, pedinamenti, fotografie e intercettazioni non erano bastati a configurare e quantificare l’apporto di Costa nell’organizzazione mafiosa. Gli viene contestato un ruolo mafioso e si indaga pure su alcuni investimenti immobiliari che avrebbe fatto con Salvatore Sansone, in passato condannato per mafia. E poi ci sarebbero varie attività commerciali: dalla pescheria a Palermo al lido a Favignana.

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