E’ stata archiviata la posizione del dottore Filippo Zerilli, ex primario del reparto di Oncologia dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. Il professionista trapanese era finito sul registro degli indagati nel febbraio del 2023 nell’ambito dell’inchiesta sui favoreggiatori di Matteo Messina Denaro, qualche settimana dopo l’arresto del boss latitante.
Zerilli era accusato di aver sottoposto ad alcuni esami il capomafia, che a sua volta si era presentato con una falsa identità, quella di Andrea Bonafede.
“Non ho mai conosciuto Andrea Bonafede prima del suo ingresso in ospedale, né ho avuto con lui contatti personali per fissare la visita oncologica – ha sempre dichiarato Zerilli – Indossava sempre la mascherina obbligatoria durante l’epidemia Covid. Ho sempre esercitato la professione con scienza e coscienza e non ero a conoscenza di nulla. Per me è stato tutto un incubo”.
L’ipotesi su cui hanno indagato i magistrati palermitani è che Messina Denaro potrebbe avergli rivelato la sua identità nel momento i cui fu necessario eseguire l’esame del Dna. Su quest’aspetto il dottore Filippo Zerilli ha spiegato agli investigatori e all’Ordine dei medici che lo convocò: “L’esame del Dna nei pazienti da trattare con farmaci chemioterapici ha la funzione di individuare eventuali poliformismi che possono aumentare la tossicità del farmaco, non certo a individuare l’identità dei pazienti”.
Nel luglio del 2023, Filippo Zerilli è stato nominato alla guida dell’unità di oncologia dell’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Nell’occasione, l’Ordine dei Medici di Trapani diffuse una nota ribadendo parole di stima e apprezzamento per il professionista trapanese.