Come annunciato dal Ministero delle Infrastrutture, la Diga Trinità sospenderà la sua attività. Con le forti piogge dei giorni scorsi l’acqua è stata sversata in mare aprendo le paratie. Ciò ha portato a diversi malcontenti. Dopo l’intervento dell’onorevole Cristina Ciminnisi, adesso i sindaci dei Comuni di Marsala, Petrosino, Mazara del Vallo, Campobello di Mazara e Castelvetrano esprimono la loro ferma opposizione alla recente decisione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riguardante la messa fuori esercizio della diga di Castelvetrano. “Questa disposizione, che prevede una progressiva riduzione dei livelli idrici dell’invaso, rappresenta un colpo durissimo per il nostro territorio e per le comunità che da sempre si affidano a questa infrastruttura fondamentale per l’agricoltura e la vitivinicoltura. La lettera inviata dal Ministero alla Regione Siciliana, evidenzia gravi carenze di sicurezza e manutenzione della diga, ma non può e non deve diventare un alibi per l’inerzia e la mancanza di interventi concreti che la Regione, quale gestore dell’invaso, è demandata ad ottemperare”.
“È incomprensibile che, nonostante l’arrivo della stagione delle piogge, si continui a ignorare l’importanza strategica di questa infrastruttura, lasciando centinaia di aziende agricole e di coltivatori diretti potenzialmente senza acqua. Già dallo scorso luglio in piena crisi siccità – affermano i primi cittadini – si sapeva delle difficoltà della diga, ma non sono stati adottati provvedimenti efficaci né sono state stanziate risorse per garantire la sicurezza della struttura. Questa grave mancanza di programmazione e attenzione è inaccettabile e rischia di aggravare una crisi economica e sociale che le nostre comunità non possono più permettersi di affrontare. Siamo profondamente rammaricati che gli sforzi e gli impegni profusi finora possano risultare vani, mettendo a rischio la possibilità di irrigare i nostri terreni durante la prossima stagione primavera/estate. È urgente e fondamentale risolvere questa situazione in tempi brevi. È indispensabile che la Regione Siciliana preveda l’istituzione di una task force che si dedichi esclusivamente alla verifica delle effettive criticità della diga ed elabori i progetti di intervento. Le risorse disponibili del PNRR vanno destinate prioritariamente al sistema infrastrutturale siciliano destinato a supportare l’attività agricola, non ultima la diga Trinità di Delia. Per tali motivazioni, i Sindaci chiederanno ai rispettivi Consigli Comunali una convocazione in forma “aperta” presso il Comune di Castelvetrano, invitando tutti i rappresentanti politici del territorio a partecipare e farsi portavoce delle istanze delle nostre comunità. È tempo di unire le forze per garantire il diritto all’acqua e la sicurezza delle nostre terre”.
Così intervengono invece i segretarigenerali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Leonardo Falco: “L’inconcludenza della politica, accompagnata dall’inerzia della macchina burocratica della Regione Siciliana, ha prodotto l’ennesimo risultato osceno a discapito dell’agricoltura e del territorio Trapanese. Siamo pronti a intraprendere ogni azione necessaria affinché venga fatta giustizia nei confronti di una provincia e di un settore lungamente martoriati dall’incapacità di chi è preposto ad amministrare strumenti, come quello di un bacino idrico, il cui corretto utilizzo dovrebbero produrre sviluppo e benessere”.
“Da anni – affermano – chiedevamo incessantemente, a gran voce, il collaudo della Diga di Castelvetrano. Da anni chiedevamo di salvaguardare le acque piovane lì accumulate per essere utilizzate per l’irrigazione dei campi. Da anni chiedevamo l’ammodernamento e la valorizzazione della struttura che potenzialmente poteva contenere fino a 18 milioni di metri cubi di acqua. In questi lunghi anni abbiamo ricevuto come risposta da parte della politica in generale solo un silenzio assordante, che adesso consegna alla storia una diga chiusa e una prospettiva futura pari allo zero per l’agricoltura trapanese. Le conseguenze di un nuovo colpo inferto al settore agricolo sono facili da intuire, perdita di reddito per le aziende e perdita di posti di lavoro per gli addetti del comparto”. E aggiungono: “Le dichiarazioni frammentarie da parte della Regione circa il salvataggio delle acque attualmente depositate all’interno della diga sono soltanto le ennesime patetiche promesse che allarmano la collettività. Occorre – concludono – che i deputati regionali di questo territorio alzino i toni nel rispetto delle persone, degli elettori e del territorio che rappresentano, prima che sia troppo tardi”.