Il TAR condanna il Ministero dell’Interno e la Questura di Trapani

redazione

Il TAR condanna il Ministero dell’Interno e la Questura di Trapani

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giovedì 02 Gennaio 2025 - 06:19

Illegittimo il diniego all’accesso agli atti in materia di frequentazioni di un marsalese con soggetti segnalati per motivi di polizia.

Un cittadino marsalese, titolare di una licenza di porto di fucile per uso caccia, aveva fatto richiesta di rinnovo alla competente Questura di Trapani. L’amministrazione dell’Interno gli aveva comunicato il preavviso di diniego sul rilievo perchè il richiedente, in passato, era stato controllato con soggetti gravati da precedenti di polizia.

I fatti
Il sig. F.M., per conoscere gli atti sui quali si basava la comunicazione, aveva inoltrato apposita istanza di accesso per conoscere i fatti indicati nelle motivazioni del preavviso di rigetto e che la mancata indicazione delle generalità dei soggetti e delle circostanze degli “incontri” con gli stessi che ora gli impedivano di intraprendere le azioni a tutela dei propri interessi.
La Questura di Trapani gli aveva negato i documenti richiesti sostenendo che questi fossero inaccessibili poiché inerenti ad attività di controllo del territorio delle Forze dell’ordine e rientranti nel Regolamento ministeriale del 16 marzo 2022 che disciplina le categorie di documenti sottratti al diritto di accesso ai documenti amministrativi
Il sig. F.M. aveva proposto ricorso davanti al Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo, patrocinato dall’avvocato Santo Botta, per impugnare il provvedimento di diniego emesso dalla Questura di Trapani.

Il ricorso al Tar

L’avvocato Santo Botta, nel contestare le difese della Questura di Trapani che si era costituita in giudizio affermando che le informazioni sono sottratte al regime ordinario dell’accesso agli atti richiamava a supporto l’ormai pacifico orientamento giurisprudenziale secondo il quale il diritto di accesso agli atti non può essere escluso in astratto, ma va riconosciuto previo bilanciamento degli interessi contrapposti, in misura tale da garantire l’esercizio di difesa di parte ricorrente.
Con sentenza depositata proprio il 31 dicembre 2024, il T.A.R. Palermo, ha accolto il ricorso proposto ed ha riconosciuto il diritto del ricorrente alla visione e al rilascio della documentazione richiesta, assegnando alla Questura di Trapani un termine di 30 giorni.
Con la stessa pronuncia, il T.A.R ha, altresì, disposto la nomina di un Commissario ad Acta che, nell’ipotesi di decorso infruttuoso del termine di trenta giorni assegnato alla Questura di Trapani, provvederà a rilasciare i predetti documenti, con oneri a carico dell’Amministrazione dell’Interno.

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Un commento

  1. Leonardo Agate 2 Gennaio 2025 08:00

    Purtroppo, il diniego di accesso agli atti è frequente non solo alla Questura, ma anche presso tutti gli enti pubblici, comuni in primo luogo. Se si ha bisogno, per capire o per tutelare propri diritti, di accedere agli atti della pubblica amministrazione, è più utile rivolgersi amichevolmente a un amico interno alla struttura. Se invece si fa l’istanza a sensi di legge, ci si imbatte in un muro di gomma impenetrabile. Colui che sta dall’altra parte utilizza ogni cavillo per non dare accesso. Scattano in lui atteggiamenti di vario ordine: ignoranza, timore, arroganza ecc. Il pubblico funzionario, per tradizione ed abito mentale, ritiene di rappresentare il potere, cui i cittadini si devono rivolgere per avere elargizioni, non per ottenere quanto dovuto.
    La legge sul procedimento amministrativo vieta l’accesso agli atti in pochissimi casi ed eccezioni: quando è in gioco la difesa dello stato. Nonostante ciò, un grandissimo numero di richieste di accesso è negato con la scusa che si tratterebbe di “atti interni”, con una dizione generica, banale e illegittima. Quasi sempre il cittadino si rassegna, perché, per avere ragione, dovrebbe ricorrere al TAR e affrontare spese e disagi. Così, la legge sull’accesso resta inapplicata.

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