Nuovo Piano dei rifiuti, ambientalisti e PD contrari fanno ricorso. Per la Regione è conforme all’UE

redazione

Nuovo Piano dei rifiuti, ambientalisti e PD contrari fanno ricorso. Per la Regione è conforme all’UE

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martedì 08 Ottobre 2024 - 07:46

Dopo i poteri speciali conferiti al Presidente Renato Schifani per fare i termovalorizzatori più velocemente, le opposizioni all’Ars e gli ambientalisti dall’altro tentato la carta giudiziaria per fermare il percorso. Sotto attacco c’è l’aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti urbani, necessario per andare avanti nelle procedure sia della differenziata che della costruzione degli impianti che gli ambientalisti chiamano inceneritori che, infine, nella gestione delle discariche per il periodo transitorio e per la frazione rimanente. In merito alle recenti polemiche sull’aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti urbani, però, Palazzo d’Orléans non ci sta e sottolinea che il documento è conforme alle direttive Ue e alle leggi nazionali, con l’obiettivo di ridurre il conferimento in discarica e promuovere il riciclaggio e il recupero energetico. I due termovalorizzatori previsti non sono destinati solo allo smaltimento, bensì alla valorizzazione energetica dei rifiuti residui, in linea con le normative europee. Verranno realizzati a Palermo e Catania, in aree industriali, e i progetti saranno sottoposti, come di norma, a una rigorosa procedura di valutazione d’impatto ambientale, garantendo la salubrità pubblica. 

Questo sistema consentirà di minimizzare l’uso delle discariche, ormai sature e con l’impossibilità “ecologica” di individuare nuovi siti, in linea con gli obiettivi europei che impongono di ridurre al di sotto del 10% i rifiuti destinati in discarica. Il Piano, inoltre, prevede un sistema integrato di impianti per massimizzare il riciclaggio e ridurre drasticamente i costi per i cittadini, grazie alla chiusura del ciclo dei rifiuti e all’eliminazione dei trasferimenti fuori regione. Tutte le osservazioni sono state analizzate durante la procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas), che ha portato a un’approvazione con condizioni. In conclusione, l’aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti rappresenta un passo fondamentale verso una gestione più sostenibile e moderna, che non solo risponde alle direttive europee, ma offre anche soluzioni concrete per migliorare il ciclo dei rifiuti in Sicilia, riducendo i costi e l’impatto ambientale.

Dal canto suo il Partito Democratico ha depositato un ricorso straordinario, firmato dal segretario regionale Anthony Barbagallo e indirizzato al presidente della Regione, chiedendo l’annullamento del decreto con cui l’assessore per il Territorio aveva espresso parere positivo sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) dell’aggiornamento del piano regionale dei rifiuti. Contemporaneamente è stata inoltrata una diffida all’assessore per il territorio per chiedere che venga annullato in autotutela il decreto, insieme alla ripubblicazione del piano e la redazione di un nuovo rapporto ambientale. “La presentazione del ricorso e della diffida – afferma Barbagallo – dopo la mancata considerazione delle osservazioni formulate in sede Vas, era per il Pd un atto obbligato, affinché si operi nel rispetto delle leggi e delle direttive europee, nella assoluta salvaguardia dell’ambiente e della salute, nella valutazione delle migliori soluzioni tecniche e di impianti. La modalità con cui è stata prevista la realizzazione di due inceneritori – aggiunge – fa fare alla Sicilia un passo indietro sulla gestione del ciclo dei rifiuti, lasciando irrisolte le problematiche relative alla raccolta a agli obblighi di riciclo”.

Tra i motivi del ricorso il fatto che l’aggiornamento del piano avrebbe dovuto proporlo e apprezzare il Presidente della Regione nella qualità di Commissario straordinario del governo, anziché il Dipartimento acqua e rifiuti; la violazione della legge sull’obbligo di competenza e indipendenza della Commissione tecnica specialistica; l’indeterminatezza del significato da attribuire al termine Termovalorizzatori, sulla tipologia di impianto (ne esistono 12), sulla classificazione che nel piano li inserisce come impianti di smaltimento e non di recupero determinando lo sforamento dell’obbligo imposto dalla Ue di non conferire più del 10% dei rifiuti in discarica o ad incenerimento.

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