Dopo l’intervento dell’assessore regionale Alessandro Aricò volto a eliminare la vendita di gadget turistici a tema mafioso – con una lettera indirizzata a tutti gli aeroporti siciliani – diversi sono gli enti e le istituzioni che hanno aderito. Primo fra tutti il sindaco di Agrigento – nominata Capitale italiana della Cultura – che ne vieta la vendita dopo che in alcune vetrine di esercizi commerciali della centralissima via Atenea sono stati esposti alcuni oggetti che ritraggono anche il classico siciliano vestito di nero, con la coppola e la lupara con tanto di scritta “u mafiusu” o l’immagine su una maglietta del Padrino. Francesco Miccichè ha emesso un’ordinanza che proibisce la vendita, da parte di coloro che commerciano souvenir turistici, di oggetti e rappresentazioni rievocative della mafia e dei mafiosi. Non mancheranno i controlli e in alcuni casi anche le multe.
Anche il Presidente di Airgest – società che gestisce lo scalo di Trapani-Birgi – Salvatore Ombra, è dello stesso avviso: “Sulla mafia non c’è niente da ridere. Come è giusto stigmatizzare tutti gli atteggiamenti e comportamenti mafiosi, è altresì corretto non promuovere la diffusione di oggetti che ad essi si ispirano. Pertanto, accogliamo la lodevole iniziativa dell’assessore ai Trasporti, Alessandro Aricó e ci faremo parte diligente affinché i nostri subconcessionari non vendano all’interno del Vincenzo Florio gadget ispirati o che richiamino la mafia”.