Grave siccità nel trapanese, parte lo sciopero dell’acqua: “Rinunciare a bere per 10 ore”

redazione

Grave siccità nel trapanese, parte lo sciopero dell’acqua: “Rinunciare a bere per 10 ore”

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giovedì 18 Luglio 2024 - 07:28

La siccità in Sicilia e i problemi con l’erogazione idrica in Sicilia è sempre più grave. La Regione, dopo aver dichiarato lo stato d’emergenza e aver adottato alcune misure come il razionamento dell’acqua, adesso va all’incasso di 92 milioni di euro ricevuti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per realizzare delle opere idriche ritenute prioritarie. Risorse che si andranno ad aggiungere a quelle che lo stesso governatore aveva annunciato lo scorso giugno, che prevedono un primo piano di 20 milioni contro la siccità, per finanziare 138 interventi di vario tipo per favorire l’approvvigionamento idrico dei territori. Parte oggi la protesta contro l’inerzia del governo nazionale e regionale nell’affrontare e risolvere la grave crisi idrica che sta attanagliando l’isola.

Si chiede ad ogni italiano di scegliere un giorno, da oggi e fino al prossimo 31 luglio, e di rinunciare a bere per 10 ore. A capeggiare la mobilitazione il senatore Antonio Nicita e il deputato regionale siciliano Dario Safina, entrambi del Partito Democratico. “Non si tratta di un’emergenza o di una calamità – dice il deputato trapanese Dario Safina -. Sono mesi che sollecitiamo in Assemblea regionale siciliana interventi del governo Schifani per alleviare la sete di cittadini e agricoltori. Non abbiamo ottenuta alcuna risposta perché nulla è stato fatto. Forse Schifani attendeva che piovesse? Beh, non ha piovuto! A metà luglio siamo alle prese col razionamento idrico nelle città, mentre gli agricoltori vedono inaridire le loro coltivazioni e gli allevatori assistono inermi alla morte del loro bestiame, stremato dalla fame e dalla sete. Gli invasi e i laghi della nostra terra sono ormai a secco e il turismo rischia un colpo ferale. In molti decidono ormai di non trascorrere le vacanze in Sicilia per l’acqua non c’è. Manutenzioni straordinarie, nuovi pozzi, dissalatori, riciclo delle acque reflue: tutto quello che doveva fare ieri, ad oggi non è ancora neanche in programma. Eppure, l’ecosistema della nostra isola è cambiato, è evidente e sotto gli occhi di tutti, da anni ormai: la Sicilia è a rischio desertificazione per il 70% del suo territorio e non è certo uno scoop dell’ultima ora”.

E’ stata attivata anche una piattaforma a livello nazionale tramite la quale ogni cittadino italiano aderire alla protesta. Nel frattempo dopo che i laghi di Pergusa e Ogliastro si sono prosciugati, la crisi idrica colpisce anche il lago Rubino in provincia di Trapani. Il lago ha visto calare drasticamente il proprio volume d’acqua, passando dai 4,86 milioni di metri cubi (Mmc) di giugno 2023 agli attuali 2,75 Mmc. Giorni fa l’onorevole Angelo Bonelli di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra aveva lanciato dalla diga Trinità un sos: “Quello che succede qui è scandaloso: non si dà l’acqua agli agricoltori ma invece si butta a mare”. Proprio sulla strada sopra la paratia della diga Bonelli, accompagnato dai responsabili siciliani e provinciali dei Verdi, Antonella Ingianni e Mattia Filippi, Bonelli ha incontrato il presidente delle Cantine Colomba Bianca Dino Taschetta. L’acqua che viene erogata dai consorzi di bonifica col contagocce e le colture che soffrono: “Il Governo nazionale ha altre priorità come il ponte sullo Stretto e intanto l’agricoltura in Sicilia è in ginocchio inviterò la premier Giorgio Meloni a farsi un giro con me nell’isola per rendersi conto della disastrosa situazione”, ha affermato il deputato.

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