Separazione delle carriere in magistratura, i giudici di Marsala e Trapani protestano contro la riforma Nordio

redazione

Separazione delle carriere in magistratura, i giudici di Marsala e Trapani protestano contro la riforma Nordio

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giovedì 20 Giugno 2024 - 06:30

La separazione delle carriere tra magistratura requirente, ovvero coloro che svolgono il ruolo di pubblico ministero e magistratura giudicante al di sopra di tutte le parti, è uno degli elementi chiave della riforma della giustizia proposta dal Governo Meloni e dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, con l’obiettivo di trasformare il sistema giudiziario italiano. Una riforma varata in Consiglio dei ministri che però sta portando a diversi malcontenti da parte della magistratura italiana perchè ridefinirebbe le strutture giudiziarie del Paese con tanti rischi, a dire dei magistrati. l’Associazione nazionale Anm, ha espresso forte opposizione, in quanto la separazione delle carriere potrebbe ridurre l’indipendenza dei giudici e aumentare gli effetti distorsivi e i conflitti istituzionali.

Così i magistrati dei tribunali di Trapani e Marsala hanno presentato un documento, “armati di testi costituzionali”, che hanno letto prima dell’incontro con l’autore Marco Birolini nel corso della rassegna ‘Morsi & Sorsi di libri’, a Porta Nuova. Il dottor Caruso, ha esordito: “Non vogliamo qui difendere un interesse di casta, ma un diritto che se violato potrebbe minare la nostra democrazia e il rischio c’è con la riforma che il Parlamento potrebbe approvare con il disegno di legge presentato in Consiglio dei ministri sulla separazione delle carriere”. In pratica al momento c’è solo un Consiglio Superiore della Magistratura per tutti i ruoli di giudice. La riforma invece vuole creare due CSM, uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri, entrambi presieduti dal presidente della Repubblica. Attualmente, i magistrati possono cambiare ruolo, ma solo una volta e solo nei primi dieci anni di carriera, una pratica comunque poco frequente.

I magistrati trapanesi e marsalesi nel documento chiariscono: “Attualmente giudici e pm entrano con lo stesso concorso e si differenziano solo per le funzioni che svolgono. Già lo scorso anno, con la riforma Cartabia, è stato reso più rigido il sistema di passaggio di funzioni, consentendolo solo una volta nel corso dei primi anni di attività di un giudice e con tutta una serie di restrizioni anche nel trasferimento da una regione all’altra. La separazione delle carriere in questo modo inciderà ancora di più sui procedimenti giudiziari”. C’è inoltre il rischio che non ci sia più una differenza netta dinnanzi al giudice, tra pm e avvocato: il primo rappresenta l’accusa, lo Stato nella causa contro l’imputato; il secondo ha un vincolo fiduciario con l’imputato e deve difenderlo anche se è consapevole di una sua eventuale colpevolezza.

“Dall’introduzione della Costituzione Italiana – continua il dottor Caruso assieme ai suoi colleghi, tra cui la neo presidente del Tribunale di Trapani Alessandra Camassa, giunta proprio dal Palazzo di Giustizia marsalese – questa struttura ha rappresentato una garanzia per i cittadini, che hanno potuto contare di un pubblico ministero che ragiona come un giudice aperto al dubbio sull’innocenza dell’indagato e che valuta le prove con lo stesso atteggiamento di terzietà, cercando la verità. La separazione delle carriere invece potrebbe comportare la fine di tutto questo, mettendo in serio pericolo i valori democratici”. Il percorso verso l’approvazione definitiva della riforma potrebbe comunque essere ancora lungo e complesso: l’iter legislativo prevede che la riforma debba essere approvata da entrambe le camere del Parlamento in due deliberazioni successive, con un intervallo di almeno tre mesi. Alla seconda votazione la legge deve essere approvata con una maggioranza dei due terzi: in caso contrario, si andrà al referendum.

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