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L’altalena scomparsa e le politiche dell’inclusione

L’area del lungomare urbano marsalese, attrezzata con il minigolf e i giochi per i bambini, è diventata uno dei luoghi più frequentati dalle famiglie lilibetane, che si ritrovano a condividere uno spazio aperto secondo una logica inclusiva, come non sempre avviene in città. Nel 2016, peraltro, il Parcobaleno è stato arricchito da un’altalena “speciale”, acquistata tramite i proventi del musical pasquale “Mors et Vita” con l’obiettivo di offrire un servizio ludico anche ai soggetti disabili in carrozzina. Per un po’ l’altalena è stata regolarmente utilizzata, poi il primo stop: all’inizio del 2022 i fruitori del parco l’hanno notata appoggiata al prato e legata con alcune catene. Si disse che era stata danneggiata da un atto vandalico che l’aveva resa, di fatto, inutilizzabile. Dopo le segnalazioni, anche della nostra testata, l’altalena per disabili è stata riparata e per un po’ è tornata a disposizione dei bimbi “speciali” che frequentano il Parcobaleno. Si è trattata, tuttavia, di una breve parentesi, perchè da alcuni mesi non c’è più: completamente scomparsa, sostituita da una nuova altalena per normodotati. Una decisione spiazzante e incomprensibile.

L’area è gestita da un privato che, pare, abbia notato che l’altalena era poco utilizzata per i suoi scopi originari e che era spesso diventata bersaglio di atti vandalici da parte di alcuni ragazzini che frequentano il parco. Apprendere che sia stata smontata e depositata chissà dove è una notizia che ha il sapore della sconfitta e che dovrebbe far riflettere profondamente le nostre comunità. Le politiche inclusive sono un campo delicato, in cui la semina non è che il primo atto di un processo più lungo e articolato, che va seguito con cura. Per cui, sebbene il Parcobaleno sia gestito da un privato, sarebbe auspicabile un confronto con le associazioni o l’assessorato ai servizi sociali per capire come poterlo rendere nuovamente inclusivo, con la collocazione di una nuova attrazione pensata per i bambini disabili.

Tutto ciò, nella consapevolezza ormai diffusa che la logica dell’incontro tra diversi sia un fattore di arricchimento e di crescita collettiva a cui la nostra società non dovrebbe mai rinunciare. Checchè ne dicano certi nostalgici del Medioevo, dal signor Vannacci in giù…

Vincenzo Figlioli

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