Inaugurato a Marsala il Museo Borsellino. Il figlio Manfredi: “Qui gli anni più belli per la nostra famiglia”

Vincenzo Figlioli

Inaugurato a Marsala il Museo Borsellino. Il figlio Manfredi: “Qui gli anni più belli per la nostra famiglia”

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venerdì 19 Gennaio 2024 - 17:44

Il 19 gennaio è una data importante per Marsala, che celebra la sua patrona, la Madonna della Cava. Ma è anche la data in cui è nato Paolo Borsellino, che proprio oggi avrebbe compiuto 84 anni. Una felice coincidenza che ha portato a fissare propria per questa giornata l’inaugurazione del Museo Borsellino, allestito presso il vecchio Palazzo di Giustizia. Al secondo piano della struttura, che adesso ospita alcuni uffici del Comune di Marsala, è stata ricreata la stanza in cui Paolo Borsellino ha trascorso gran parte delle sue giornate nei sei anni in cui è stato alla guida della Procura della Repubblica di Marsala: sulla scrivania il faldone riguardante le indagini su Francesco Messina Denaro e un fascicolo sulle dichiarazioni del pentito Rosario Spatola, ma anche una macchina da scrivere e un posacenere con una sigaretta. Dietro la scrivania, la riproduzione dell’immagine di Paolo Borsellino, realizzata dall’artista marsalese Fabio Ingrassia. A volere fortemente questo Museo è stata la sottosezione dell’Anm di Marsala, supportata nella sua realizzazione dall’amministrazione Grillo. “Abbiamo reputato e condiviso l’idea – ha affermato il sostituto procuratore Giuseppe Lisella – che la conservazione della memoria e la restituzione di un luogo che per 6 anni è stato il luogo di lavoro di Paolo Borsellino a Marsala fosse necessario per rafforzare un ricordo che è naturalmente vivo, ma che può diventare anche visibile e tangibile. Inoltre, la funzione secondaria di questo Museo è una funzione di continuità della presenza, della persona e della storia di Paolo Borsellino nei luoghi della giustizia di Marsala”.

All’interno dell’aula giudiziaria che ha ospitato fino a cinque anni fa i più importanti processi penali del comprensorio marsalese, i presenti hanno poi avuto modo di ascoltare i numerosi interventi inseriti in scaletta.

Il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, ha voluto sottolineare come l’apertura di questo spazio va considerato come un’ulteriore tappa di un percorso avviato nel 2022, con le celebrazioni del trentennale delle Stragi. La prefetta Daniela Lupo ha paragonato l’emozione odierna a quella che provò a Palermo, quando entro in prefettura, presso la stanza che fu del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ricordando le doti umane e professionali di Paolo Borsellino e sottolineando che “chi muore per la legalità non muore invano”.

La presidente del Tribunale di Marsala, Alessandra Camassa, ha ricordato il periodo condiviso in Procura con Paolo Borsellino come “anni complessi ma sereni”. “Questo museo – ha evidenziato la Camassa – è un grande regalo per i giovani marsalesi e per questa città” e definendo il compianto magistrato palermitano “un padre che ci ha dato valori forti”. “Mi auguro – ha concluso la presidente del Tribunale – che questo museo serva ai ragazzi più giovani per conservare valori forti”.

L’attuale capo della Procura di Marsala, Fernando Asaro, ha ricordato che Paolo Borsellino fu protagonista di una vera e propria rivoluzione culturale e professionale, perchè assieme a Chinnici, Caponnetto, Falcone, Di Lello e Guarnotta innovò profondamente un certo modo di interpretare il ruolo di magistrato, in particolare attraverso l’ idea del pool antimafia, che antepose il noi all’io – aspetto mai scontato, soprattutto in Sicilia – promuovendo un proficuo scambio di informazioni e competenze tra i vari uffici. Inoltre, Asaro ha evidenziato che Borsellino non si limitò ad operare come un formale burocrate interessato ai dati statistici e “alle carte a posto”, dimostrandosi capace di valorizzare chi lavorava al suo fianco. A proposito del Museo, Asaro ha concluso affermando: “Questa è la nostra casa, in cui venire per ritrovare il senso che talvolta possiamo smarrire, per imparare ad opporci al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità“. e respirare la bellezza del fresco profumo di libertà”.

Il presidente del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, ha ricordato Paolo Borsellino come un servitore dello Stato che, nonostante tutto, “non smise mai di credere nelle istituzioni e non smarrì mai la voglia di fare il proprio lavoro”. Il presidente dell’Anm di Palermo, Giuseppe Tango, ha auspicato che questo Museo possa consentire di riscoprire la figura di Paolo Borsellino a chi ha vissuto quegli anni e di conoscerlo a chi è nato dopo, aggiungendo che iniziative del genere non servono solo a custodire una preziosa memoria per colmare un’assenza, ma soprattutto a incarnarne i valori e l’esempio.

Il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati del Foro di Marsala, Giuseppe Spada ha ricordato di aver incontrato Borsellino da studente e di essere rimasto molto colpito dalle sue parole, che lasciavano intendere anche una grande attenzione verso le nuove generazioni.

Tra i protagonisti degli anni marsalesi di Paolo Borsellino anche il magistrato Luciano Costantini, attualmente alla guida del Tribunale di Livorno. Nel suo intervento ha sottolineato che non si trattava di un eroe, ma di un uomo come tanti che, però, era portatore di valori non negoziabili (libertà, giustizia, uguaglianza) che avrebbe sempre difeso, anche a costo della vita. Costantini ha auspicato che il Museo non sia soltanto un luogo della memoria ma anche della ragione e della denuncia, ricordando che la sentenza del processo Borsellino quater definisce la Strage di via d’Amelio “uno dei più grandi depistaggi della storia repubblicana” e che non tutti gli uomini dello Stato, purtroppo, remavano nella stessa direzione.

Molto legato a Paolo Borsellino anche un altro collega del periodo marsalese, Giuseppe Salvo, per il quale la Strage di via D’Amelio fu determinante nella decisione di lasciare la Sicilia. Salvo ha ricordato come le porte dell’ufficio di Borsellino fossero sempre aperte, non solo per accogliere gli operatori della giustizia, ma anche i comuni cittadini. In quest’ottica, ha espresso la propria soddisfazione per l’apertura di questo Museo, che sembra in linea con il modus operandi di Paolo Borsellino.

Il presidente della sottosezione Anm di Marsala, Fabrizio Guercio, è stato tra i principali promotori di quest’iniziativa. Nel suo intervento, ha affermato che Paolo Borsellino è come la sovranità nel primo articolo della Costituzione Italiana, “appartiene al popolo” e che deve costituire un vanto per la città di Marsala, al pari del vino e di Garibaldi. “Siamo orgogliosi di aver riservato questo tributo a un uomo che continua ad ispirare il lavoro di tanti magistrati, ma che è anche un esempio per tutti i cittadini.

Impossibilitato a partecipare il presidente Renato Schifani, c’era l’onorevole Stefano Pellegrino a rappresentare il governo regionale. Nel suo intervento, ha ricordato il rapporto che da avvocato penalista ebbe con Borsellino, evidenziando come si mostrasse attento sia alle grandi indagini che ai piccoli fatti della quotidianità.

L’intervento emotivamente più toccante è sicuramente stato quello di Manfredi Borsellino, che si è lasciato andare a un momenti di autentica commozione, che ha profondamente toccato la platea dei presenti. “Non avete idea di quello che significa questo museo per la nostra famiglia”, ha affermato, ringraziando sentitamente i promotori dell’iniziativa per poi aggiungere: “Il periodo trascorso da mio padre a Marsala è stato il più bello della nostra vita familiare”.

A chiudere la scaletta, la presidente della Commissione Nazionale Antimafia, Chiara Colosimo, che ha voluto sottolineare l’impegno dell’organismo da lei presieduto nell’approfondimento delle vicende correlate alla Strage di via D’Amelio. “Spenderemo ogni nostro respiro per porre fine a questi lunghissimi anni di depistaggi. Andremo fino in fondo”.

La mattinata si è conclusa con le esibizioni musicale del coro “Doremì” della scuola “Giuseppe Di Matteo” di Castelvetrano e della Libera Orchestra Popolare di Marsala.

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