Dopo il rimprovero di Confimprese Sicilia, la Regione fissa i saldi al 5 gennaio

redazione

Dopo il rimprovero di Confimprese Sicilia, la Regione fissa i saldi al 5 gennaio

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lunedì 04 Dicembre 2023 - 11:38

A poche settimane dal consueto avvio dei saldi invernali, la Regione Siciliana non ha ancora stabilito la data di inizio della campagna delle svendite.

Confimprese Sicilia solleva il problema e con una nota inviata all’Assessore Regionale all’Attività Produttive Edy Tamajo chiede la convocazione della riunione propedeutica all’approvazione del calendario delle vendite promozionali e dei saldi per il biennio 2024-2025, previsto dalla Legge Regionale 9 del 25 marzo 1996. Il vuoto normativo ma non solo.

“La convocazione della riunione e la successiva emanazione del Decreto Assessoriale per la regolamentazione dei saldi, che ancora non sono state fatte – ha dichiarato il coordinatore regionale di Confimprese -Sicilia Giiovanni Felice – devono avvenire nel più breve tempo possibile poiché bisogna colmare una lacuna normativa, e dare indicazioni chiare alle aziende ed ai consumatori”.

Dopo l’intervento di Confimprese, arriva la risposta dalla Regione: anche in Sicilia, come in tutta Italia, i saldi invernali inizieranno il 5 gennaio. L’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, ha firmato il decreto che indica le date dei saldi di fine stagione e delle vendite promozionali per gli anni 2024 e 2025. L’inizio e la durata del periodo di “sconti” è stato individuato in seguito alla riunione che si è tenuta la scorsa settimana nella sede dell’assessorato, alla presenza di sindacati e associazioni di categoria. 

«Ho ascoltato i numerosi rappresentanti degli operatori siciliani – afferma l’esponente del governo Schifani – e la scelta di uniformarsi alle linee nazionali è stata condivisa. Diamo così respiro al mondo del commercio e siamo convinti che questo potrà consentire una ripresa dei consumi in un momento particolarmente difficile anche per questo comparto».

La commissione Sviluppo economico della Conferenza delle Regioni, riunita il 21 novembre scorso, aveva accolto le richieste della maggior parte delle associazioni di categoria più rappresentative a livello nazionale, confermando come data di inizio dei saldi invernali venerdì 5 gennaio 2024 in tutto il Paese, cioè il primo giorno feriale antecedente l’Epifania, così come previsto nell’accordo relativo agli “Indirizzi unitari delle Regioni sull’individuazione della data di inizio delle vendite di fine stagione”, approvato il 24 marzo 2011. Nel decreto firmato dall’assessore Tamajo sono individuate anche le date dei saldi estivi e delle vendite promozionali.

Ma Confimprese ricorda l’evoluzione del commercio “… nell’attuale momento economico generale e nel periodo di cambiamento che sta attraversando il commercio ed il settore distributivo – continua il coordinatore regionale di Confimprese Sicilia – la scelta delle date non può rappresentare un semplice passaggio burocratico né tantomeno una mera accettazione delle trattative ed orientamenti della Conferenza Stato Regioni che, se confermate, non tengono nella dovuta attenzione gli input che i consumatori stanno dando al mondo del commercio attraverso i mutamenti delle abitudini e modalità di acquisto. È sempre più evidente – ribadisce Felice – che la crescita del commercio virtuale rischia di sbaragliare il commercio fisico con i conseguenti mutamenti, come quelli che riguardano la morfologia delle città e dei centri storici che già si manifesta chiaramente, determinando la desertificazione commerciale dei centri storici, delle vie tradizionali del commercio, dei mercati tradizionali, con effetti collaterali che compromettono i livelli di vivibilità e sicurezza”.

La legge Regionale vecchia di 28 anni. “L’anacronistica impostazione dei saldi in Sicilia non è solo frutto di una legge datata – continua Felice – tanto che ad aprile festeggeremo il 28° compleanno ma anche della anacronistica filosofia che non tiene conto delle nuove tecniche di vendita, delle nuove tecnologie e, principalmente, dei mutati orientamenti dei consumatori che non possono essere modificati, compressi e condizionati da leggi o decreti”. La competizione tra commercio virtuale e commercio fisico. Giovanni Felice insiste affermando “che è in atto una competizione tra commercio fisico e commercio virtuale, nella quale il commercio fisico deve combattere a mani nude contro i carri armati delle agevolazioni di cui gode il commercio on line e dello strapotere dell’abusivismo delle dirette sui social nelle quali ognuno si cimenta senza alcuna regola e senza alcuna garanzia per i consumatori”.

Troppi vantaggi per il commercio on line in tema di promozione e saldi Il commercio on line ha offerte e campagne promozionali h24 per 365 giorni l’anno. “In Italia le vendite promozionali di fatto sono libere mentre in Sicilia – commenta amaro il coordinatore regionale di Confimprese – in palese violazione delle norme a garanzia della concorrenza datate 2006, sono limitate e controllate con limitazioni fuori da ogni logica commerciale e di buon senso. Che l’attuale meccanismo di gestione delle promozioni e dei saldi sia anacronistico è evidenziato da quanto accade durante il Black Friday che ormai si è trasformato in Black Month. Ogni anno le vendite on line nel periodo di novembre crescono alla media del 20-2 per cento ed i primi dati di quest’anno sembrano confermarlo con una percentuale altissima di crescita del volume di affari dei colossi multinazionali. Ma quello che ci deve fare riflettere – sottolinea Giovanni Felice – è l’altissima partecipazione alla campagna promozionale del Black Friday che supera l’80 per cento delle adesioni e che riguarda tutti i prodotti e le tipologie di attività, farmacie comprese”.

Il ruolo del commercio fisico nell’era della digitalizzazione. Per Confimprese Sicilia, “… l’assessore deve convocare al più presto la riunione per la regolamentazione delle vendite promozionali e dei saldi per il biennio 2024/2025, con l’auspicio – conclude il coordinatore di Confimprese Sicilia Giovanni Felice – che la riunione non sia la ratifica di una decisione che ha la presunzione di potere fermare il tempo cristallizzando, solo per il commercio fisici, il tempo all’era pre internet, ma si trasformi in un primo momento di riflessione sul ruolo del commercio fisico nell’era della digitalizzazione”.

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