Mafia e ‘cold case’, il neo Capitano Vito Cito resta al Nucleo Investigativo trapanese

redazione

Mafia e ‘cold case’, il neo Capitano Vito Cito resta al Nucleo Investigativo trapanese

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martedì 05 Settembre 2023 - 12:53

Dopo l’avvenuta promozione al grado, il Capitano Vito Cito confermato al comando della seconda sezione del Nucleo Investigativo di Trapani. 

Dopo diversi anni di servizio presso il R.O.S. di Palermo, nel 2001 il Capitano Cito veniva trasferito al Reparto Operativo di Trapani rendendosi protagonista di importanti indagini contro la criminalità organizzata, tra le quali spiccano l’operazione Campus Belli contro la famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, l’operazione Cutrara, contro la famiglia mafiosa castellammarese, l’operazione Scrigno, contro le famiglie mafiose di Paceco e Trapani, nonché ha dato un fattivo contributo alle investigazioni connesse con l’arresto dell’ex latitante Matteo Messina Denaro e i suoi favoreggiatori.

Il suo prezioso apporto è stato fondamentale anche per le più delicate inchieste eseguite dal Reparto Operativo Carabinieri di Trapani per contrastare i reati contro la Pubblica Amministrazione, tra le quali spicca in ordine di tempo quella che ha portato al sequestro preventivo di 2 milioni di euro nei confronti di una importante società che si era aggiudicata l’appalto per i lavori presso il porto di Castellammare del Golfo e che avrebbe in modo fraudolento dichiarato che i fondali friabili e sabbiosi fossero roccia per far lievitare illecitamente i costi.

Oltre a ciò, il Capitano ha contribuito a risolvere numerosi omicidi, sia di mafia che ordinari, tra i quali spiccano due cold case, uno ordinario, commesso nel novembre del 1998 nelle campagne trapanesi e, secondo la ricostruzione dei Carabinieri risolto dopo ben 22 anni, quando nel dicembre del 2021 si è proceduto all’arresto del presunto assassino.

Altro cold case, questa volta di mafia, risolto nel 2015 dopo ben 6 dall’avvenuto omicidio del pastore partannese Michele Lombardo, che ha visto la condanna all’ergastolo quale mandante del delitto Domenico Scimonelli, ritenuto uno dei pizzinari di fiducia dell’ex latitante Messina Denaro, nonché la condanna dei due esecutori materiale del delitto, entrambi poi divenuti collaboratori di giustizia.

Tra i vari omicidi risolti, va senz’altro ricordato quello in pregiudizio dell’anziano sacerdote Padre Michele Di Stefano, ucciso brutalmente a colpi di bastone nella frazione Ummari nella sua canonica mentre dormiva, avvenuto nel febbraio del 2013 e risolto dopo soli due mesi con l’arresto dell’autore dell’efferato delitto.

Numerose sono le attestazioni di merito istituzionali che nel corso degli anni sono state insignite al Capitano Cito, tra le quali spiccano la medaglia di merito lungo comando rilasciata dal Ministero della Difesa, croce d’oro con torre anzianità di servizio nell’Arma dei Carabinieri rilasciata dal Ministero della Difesa.

L’ufficiale si è distinto anche in delicate missioni all’estero, in Kosovo e Francia, per le quali è stato insignito con la croce commemorativa per la missione di pace in Kosovo nell’ambito della risoluzione dell’ONU a favore delle popolazioni della ex Jugoslavia e la medaglia di bronzo rilasciata dal Ministero della Difesa francese.

La sua professionalità, la sua dedizione alle Istituzioni, sono state riconosciute anche recentemente con il conferimento dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana.

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