Via D’Amelio, 31 anni dalla Strage. Un murale per Borsellino all’ingresso dell’ospedale di Marsala

redazione

Via D’Amelio, 31 anni dalla Strage. Un murale per Borsellino all’ingresso dell’ospedale di Marsala

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mercoledì 19 Luglio 2023 - 06:45

“Finora quest’ospedale di Paolo Borsellino aveva solo il nome. Adesso gli abbiamo dato anche il volto”. Con queste parole l’artista marsalese Fabio Ingrassia ha presentato il suo murale dedicato al magistrato palermitano ucciso dalla mafia, posizionato davanti all’ingresso del nosocomio lilibetano. L’iniziativa, dall’alto valore simbolico, nasce dalla proposta lanciata dal cappellano dell’ospedale di Marsala, don Salvatore Pavia. Alla cerimonia che ha accompagnato la scopertura dell’opera hanno partecipato le autorità civili, religiose e militari del territorio.

In apertura, il commissario straordinario dell’Asp, Vincenzo Spera, ha ricordato la Strage di via D’Amelio (“una tragedia immane, che ha segnato tutti noi”), affermando che i principi che animarono l’operato di Paolo Borsellino devono ispirare l’azione di tutti. Parole mirate, quella pronunciate dal commissario Spera, in una stagione segnata dal coinvolgimento di alcuni medici del territorio nelle inchieste legate alla latitanza di Matteo Messina Denaro, arrestato a Palermo sei mesi fa: “Correttezza e onestà devono essere i principi ispiratori di quella che, con 4700 dipendenti, è la prima azienda della provincia”. Infine, l’appello affinchè l’Asp di Trapani sia “baluardo di legalità” e a tutti i suoi dipendenti “a non essere omertosi” e a “lavorare con trasparenza”, nel rispetto di chi ha sacrificato la propria vita per i valori della legalità.

Sulla stessa scia il Vescovo della Diocesi di Mazara, monsignor Angelo Giurdanella, che ha ricordato – citando il Vangelo – che non c’è nulla di nascosto che non verrà alla luce, definendo Paolo Borsellino e Giovanni Falcone “martiri delle istituzioni” e ricordando gli esempi di don Peppe Diana, padre Pino Puglisi e Rosario Livatino. Nel rendere omaggio alla memoria di chi ha sacrificato la propria vita nel nome dell’onestà e della lotta alla mafia, il vescovo ha voluto al contempo sottolineare che “le commemorazioni non bastano”, lanciando un ulteriore appello (“noi adulti dobbiamo abitare il nostro tempo”) e soffermandosi sul presente, scandito dall’incertezza sulla direzione che prenderà la criminalità organizzata sul territorio, dopo l’arresto dell’ultimo latitante “storico”: “Oggi sono particolarmente preoccupato: la mafia cambia continuamente volto e si aggiorna prima di noi. I nostri ragazzi sono in balia di queste forze occulte. Dietro il crack c’è la mafia, e purtroppo qualcuno ci rimette la pelle. Di fronte a questa situazione, cosa facciamo noi adulti?”. Per il Vescovo Giurdanella serve una nuova alleanza, “un patto educativo tra tutti gli adulti”. “La realtà si può ribaltare se ci sono uomini e donne che ci credono. Non dobbiamo fermarci alla commemorazione o all’emozione del momento, dobbiamo lavorare in sinergia, senza autoreferenzialità né vittimismo. Guardiamoci negli occhi e diciamoci che ce la faremo”.

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