In Italia 326 atti intimidatori dipendenti della Pubblica Amministrazione, la Sicilia in testa

redazione

In Italia 326 atti intimidatori dipendenti della Pubblica Amministrazione, la Sicilia in testa

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martedì 27 Giugno 2023 - 07:00

Nel 2022 in Italia sono stati 326 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Due casi su tre si sono verificati al Sud e sulle isole (il 66% del totale). In testa la Sicilia con 50 casi censiti, seguono la Campania (49), la Puglia (48) e la Calabria (42). Il diciotto per cento del totale degli episodi ha riguardato le donne, amministratrici e dipendenti della PA con minacce dirette e indirette.

È quanto emerge dal Rapporto 2022 Amministratori Sotto Tiro realizzato da Avviso Pubblico, la rete antimafia di Enti locali e Regioni, presentato lunedì 26 giugno a Roma, presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

Il trend è in calo rispetto all’anno passato: meno venticinque per cento rispetto al 2021 che aveva raggiunto 438 casi di avvertimenti e aggressioni. I numeri sembrano riportare le lancette dell’orologio a prima dello scoppio della pandemia, periodo in cui le tensioni sociali hanno scatenato un numero più elevato di intimidazioni. Ma i dati sono soltanto apparentemente confortanti. Fare il sindaco era, e resta, un lavoro difficile e talvolta pericoloso. Ce lo dicono i tanti casi di aggressione, come quello dell’ex sindaco di Roccabernarda (Crotone), Francesco Coco, pestato brutalmente mentre rientrava a casa; oppure le minacce di morte e le buste di proiettili nella cassetta delle lettere.

Il Rapporto quest’anno si arricchisce di una sezione speciale sui casi di violenza politica internazionale. A realizzarlo ACLED (Armed Conflict Location & Event Data), che raccoglie informazioni su date, attori, luoghi, vittime e tipologie di tutti gli eventi di violenza politica nel mondo. «Gli atti di violenza e intimidazione contro gli amministratori locali sono un fenomeno diffuso a livello mondiale. Tra i maggiori fattori di rischio vi sono la presenza di conflitti armati e dispute territoriali, la proliferazione di gruppi armati in competizioni elettorali e l’incidenza di fenomeni criminali e corruttivi a livello locale». A dirlo è Andrea Carboni, direttore analisi di ACLED.

«Tra il 2020 e il 2022, l’Italia registra circa il 75% di tutti gli atti di violenza e intimidazione dell’Unione Europea. Anche a fronte di una possibile maggiore sensibilità da parte dei media nei confronti di queste azioni, il dato italiano rappresenta un’anomalia a livello continentale – spiega ancora Andrea Carboni –. Tra i paesi dove nel 2022 gli amministratori locali sono stati più a rischio di finire vittima di atti di violenza vi è l’Ucraina. Sono infatti oltre cento gli amministratori locali che sono stati uccisi o rapiti a seguito dell’invasione russa del febbraio 2022».

Il report si chiude, infine, con un’analisi delle violenze perpetrate a danno di giornalisti, con un totale di 518 eventi. In aumento rispetto ai 462 del 2021. Ad essere interessati sono 78 Paesi con in testa il Messico (46 eventi), il Bangladesh (46) e l’Afghanistan (38).

Secondo il Committee for the Protection of Journalists, sono 67 i giornalisti morti a seguito di violenze nel 2022. Quindici di loro sono morti in Ucraina, seguita dal Messico con tredici vittime e Haiti con sette.


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