ROMA (ITALPRESS) – “Credo che l’Italia, anche durante il periodo della pandemia, si sia resa conto del grande divario che aveva in termini di digitalizzazione, e questo ha permesso di rendersi conto anche dei punti cardine che era necessario colmare rispetto agli altri Paesi europei, tant’è che anche le nostre istanze sono state prese in considerazione di buon grado. Anche nell’ottica del Pnrr è importante spendere bene gli oltre 50 miliardi di fondi”. Lo ha detto Gabriele Ferrieri, presidente dell’Associazione nazionale giovani innovatori (Angi), intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
“Il 30 marzo scorso al ministero delle Imprese e del Made in Italy abbiamo firmato un importante protocollo d’intesa per sostenere il tema dell’innovazione a supporto dell’impresa e del made in Italy. L’obiettivo è quello di mettere al centro i marchi italiani e le eccellenze del Belpaese – ha spiegato -. L’innovazione può essere un importante traino, un’accelerazione, considerando che oggi il sistema della start up rappresenta più di 16 mila imprese con oltre 1 miliardo di indotto, 65 mila addetti, e rappresenta quell’Italia dinamica, positiva, e soprattutto fatta dal 33 per cento di under 30 che vogliono cercare di cambiare il mondo”.
Tiene sempre banco il tema del Metaverso. “L’anno scorso ad ottobre l’Angi ha lanciato il primo festival del Metaverso in Italia, a Torino alle Officine grandi riparazioni. Abbiamo avuto centinaia di persone da tutta Italia, e la testimonianza di Meta e di altri grandi brand, che dal punto di vista del retail, del pharma, della sicurezza e dei trasporti, hanno raccontato questo incredibile mondo. A ottobre di quest’anno ci sarà una seconda edizione, stiamo facendo una chiamata a raccolta a partire da tutti gli stakeholder, sia per un momento di conferenza, per raccontare cosa si sta facendo, ma soprattutto per sperimentare il Metaverso per come lo conosciamo. E’ un concetto che si unisce anche all’intelligenza artificiale, penso che possa dare un’accelerazione molto importante al nostro sistema Paese e anche a livello europeo”.
Sui rischi dell’intelligenza artificiale aggiunge: “E’ importante innovare ma è anche importante avere un’etica di come lo si fa. E su questo tema noi abbiamo appoggiato molto la Carta sull’etica dell’intelligenza artificiale, portata avanti anche dal Vaticano, e che è stata firmata da Ibm, Microsoft, e altre big tech. Bisogna ricordare che l’uomo deve rimanere sempre al centro. In questo senso mi piace parlare di umanesimo digitale. Sicuramente da qui a dieci anni i nuovi paradigmi tecnologici saranno ancora più futuristici, però l’auspicio è che il tutto possa essere sempre e solo a beneficio della cittadinanza e della collettività”. Sui giovani afferma: “Penso che il dialogo e la comunicazione sono fondamentale, così come creare dei gemellaggi tra le comunità. I giovani in questo momento, soprattutto dopo la pandemia, si sentono sfiduciati, si rendono conto che vivono in un ecosistema non semplice, e molti cercano fortuna all’estero, tant’è che noi in più occasioni abbiamo cercato di disincentivare la cosiddetta fuga dei cervelli, dialogando prima con la ministra delle Politiche giovanili Fabiana Dadone e poi con Andrea Abodi che ha la delega alle politiche giovanili nel governo Meloni, con l’obiettivo di fare in modo che strumenti e opportunità sia lavorative che formative possano essere date ai ragazzi, specialmente a quelle classi meno fortunate o geograficamente più svantaggiate, che non hanno accesso alle opportunità che hanno altri loro coetanei”.
(ITALPRESS).
“Il 30 marzo scorso al ministero delle Imprese e del Made in Italy abbiamo firmato un importante protocollo d’intesa per sostenere il tema dell’innovazione a supporto dell’impresa e del made in Italy. L’obiettivo è quello di mettere al centro i marchi italiani e le eccellenze del Belpaese – ha spiegato -. L’innovazione può essere un importante traino, un’accelerazione, considerando che oggi il sistema della start up rappresenta più di 16 mila imprese con oltre 1 miliardo di indotto, 65 mila addetti, e rappresenta quell’Italia dinamica, positiva, e soprattutto fatta dal 33 per cento di under 30 che vogliono cercare di cambiare il mondo”.
Tiene sempre banco il tema del Metaverso. “L’anno scorso ad ottobre l’Angi ha lanciato il primo festival del Metaverso in Italia, a Torino alle Officine grandi riparazioni. Abbiamo avuto centinaia di persone da tutta Italia, e la testimonianza di Meta e di altri grandi brand, che dal punto di vista del retail, del pharma, della sicurezza e dei trasporti, hanno raccontato questo incredibile mondo. A ottobre di quest’anno ci sarà una seconda edizione, stiamo facendo una chiamata a raccolta a partire da tutti gli stakeholder, sia per un momento di conferenza, per raccontare cosa si sta facendo, ma soprattutto per sperimentare il Metaverso per come lo conosciamo. E’ un concetto che si unisce anche all’intelligenza artificiale, penso che possa dare un’accelerazione molto importante al nostro sistema Paese e anche a livello europeo”.
Sui rischi dell’intelligenza artificiale aggiunge: “E’ importante innovare ma è anche importante avere un’etica di come lo si fa. E su questo tema noi abbiamo appoggiato molto la Carta sull’etica dell’intelligenza artificiale, portata avanti anche dal Vaticano, e che è stata firmata da Ibm, Microsoft, e altre big tech. Bisogna ricordare che l’uomo deve rimanere sempre al centro. In questo senso mi piace parlare di umanesimo digitale. Sicuramente da qui a dieci anni i nuovi paradigmi tecnologici saranno ancora più futuristici, però l’auspicio è che il tutto possa essere sempre e solo a beneficio della cittadinanza e della collettività”. Sui giovani afferma: “Penso che il dialogo e la comunicazione sono fondamentale, così come creare dei gemellaggi tra le comunità. I giovani in questo momento, soprattutto dopo la pandemia, si sentono sfiduciati, si rendono conto che vivono in un ecosistema non semplice, e molti cercano fortuna all’estero, tant’è che noi in più occasioni abbiamo cercato di disincentivare la cosiddetta fuga dei cervelli, dialogando prima con la ministra delle Politiche giovanili Fabiana Dadone e poi con Andrea Abodi che ha la delega alle politiche giovanili nel governo Meloni, con l’obiettivo di fare in modo che strumenti e opportunità sia lavorative che formative possano essere date ai ragazzi, specialmente a quelle classi meno fortunate o geograficamente più svantaggiate, che non hanno accesso alle opportunità che hanno altri loro coetanei”.
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