RU486: siamo indietro

Claudia Marchetti

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RU486: siamo indietro

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martedì 06 Dicembre 2022 - 08:15

Tempi duri, con il Governo Meloni, per la corretta applicazione della legge 194 in materia di interruzione di gravidanza. L’aborto farmacologico, in particolare, secondo l’ultima stima ministeriale, viene consentito fino alla 9ª settimana in regime ambulatoriale e nei consultori familiari italiani.

Le ultime linee di indirizzo furono emanate nel 2020 dall’ex Ministro della Salute Roberto Speranza, dopo una battaglia iniziata nel 2005 che ha visto in prima linea i radicali di Pannella; solo 4 anni più tardi la pillola RU486 è stata messa in commercio, consentendo così l’aborto farmacologico che, in Europa, avviene solo in regime ambulatoriale, quindi con obbligo di ricovero. Si tratta di un processo già ristretto di suo, che interessa nel mondo circa 26 milioni di donne che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ne hanno fatto e ne fanno uso.

La RU486 ha visto un uso crescente nel periodo del Covid, indicativo di tanti aspetti, uno tra i quali quello delle violenze domestiche che sono aumentate durante la pandemia, vista la ‘costrizione’ a restare in casa per motivi di salute pubblica. Ad oggi però, non si ricorre largamente all’aborto farmacologico in Italia, così come di contro avviene nel resto d’Europa (ad esempio in Francia) e nel resto del mondo. Perchè, anche se previsto per legge, sono al momento solo due le regioni che hanno introdotto la RU486 in alcuni (e solo in determinate città) consultori: Lazio ed Emilia Romagna.

In Sicilia? In Provincia di Trapani? Siamo rimasti a percentuali di obiettori nelle strutture sanitarie pubbliche che vanno dall’80 al 100%. Siamo rimasti a un registro, quello dei cosiddetti “bambini mai nati” che con buon senso è stato soppresso dall’attuale Consiglio comunale di Marsala. Siamo rimasti, ancora, all’infiorata sulla scalinata di San Domenico a Trapani che raffigurava un feto e un messaggio “pro life” visto, inevitabilmente, come un segnale antiabortista. Nessun passo avanti quindi. Ne sarà contenta la fiera antiabortista Eugenia Roccella, attuale Ministra della Famiglia. 

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