Solidarietà alle donne iraniane e donazione del sangue: scrive Paolo Pace

redazione

Solidarietà alle donne iraniane e donazione del sangue: scrive Paolo Pace

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martedì 11 Ottobre 2022 - 18:20

Gentilissimo Direttore,

ha suscitato vasta e risentita eco una mia, non personale, ma personalissima esternazione social a mo’ di socializzazione di un pensiero sulla rappresentazione della parola solidarietà.

Premetto che ne aveva suscitato molta meno una precedente, sempre personalissima, di esternazione laddove riflettevo sulla parola onorevole che calza meglio al dottore Pietro Bartolo a fronte di tanti altri che pur si fregiano di questo titolo.

L’esternazione faceva riferimento alla manifestazione di solidarietà per le donne iraniane che vivono, ancora, in un contesto di tribù dittatoriale. Testualmente esprimeva questa riflessione, volutamente forzata: E’ più importante donare il sangue che tagliare i capelli. Si è più utili. Non essendo in Iran.

Lei dirà, ma perché ha voluto forzare? Gentile Direttore, mi creda, perché sono stanco di rappresentazioni e non di realizzazioni di solidarietà. E ho fatto riferimento alle donazioni di sangue come forma concreta di solidarietà che tanto langue nel nostro mondo sanitario. Apritevi cielo, mare, montagna e bocche: come ti permetti?. Ebbene sì, mi permetto di lanciare un sasso nello stagno delle rappresentazioni formali di solidarietà. La solidarietà alle donne iraniane sta, anche, nell’estetica, non rituale, della libertà: si è più utili a donare il sangue.

Molte risposte all’esternazione, equilibrate e non spalancate, mi hanno indotto a riflettere sul si può fare questo e quello. Certo, ma langue quello, la realizzazione della solidarietà.

Chiedo scusa ai risentiti. Mi manca la schwa. E per questo chiedo scusa alle donne libere. Ma libere veramente. In Iran.

Paolo Pace

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