Dare continuità a un rapporto spesso intermittente tra la comunità marsalese e il suo patrimonio archeologico. Questo, uno degli obiettivi che si pone l’architetto Bernardo Agrò, nuovo direttore del Parco Lilibeo, che lo scorso fine settimana ha organizzato una triplice apertura serale delle espositive del Baglio Anselmi, presentate al pubblico con un nuovo allestimento.
Come ha risposto la città a questa prima iniziativa del nuovo corso?
Da direttore-architetto, ho pensato di puntare subito sul potenziamento degli aspetti museali: abbiamo esposizioni di notevole importanza, le navi rappresentano un unicum che si contempera con i grandi musei del Nord Europa. Riportare alla luce la Nave Punica e quella Romana di Marausa è stata un’intuizione importante: pertanto ho pensato di dar loro un’enfasi diversa, con un’illuminotecnica che ne esaltasse le caratteristiche. La risposta da parte dei marsalesi è stata notevole, c’è stato un vero e proprio abbraccio della città che si aggiunge all’ottima accoglienza che ho ricevuto subito dopo la nomina. Per me si tratta di una grande responsabilità.
Che direzione intende seguire per valorizzare un patrimonio culturale solo parzialmente conosciuto dalla comunità locale?
Occorre prima definire la conoscenza di tutta la struttura del Parco, distinguendo tra i Musei del Baglio Anselmi e il perimetro esterno della città romana. Poi occorre mettere tutto questo in connessione con la città medievale e moderna. Per farlo occorre seguire due modalità di azione: come prima cosa, puntare sulla fidelizzazione, attraverso il supporto che può arrivare dalle associazioni culturali che collaborano con il Parco. Altrove, questo modello è già stato sperimentato in maniera fruttuosa. Poi, occorre collaborare con l’Amministrazione Comunale, affinchè i circuiti di visita possano essere quanto più coerenti possibile. Ricordo, inoltre, che stiamo partendo adesso con l’autonomia. Non appena entrerà a regime, Lilibeo potrà seguire la strada intrapresa da realtà come Agrigento, Selinunte e Naxos.
C’è poi il rapporto con le isole, che hanno un profondo legame con la storia di Lilibeo…
Rispetto al passato la situazione è più dinamica e ciò porta il Parco ad essere multi-tema. Di conseguenza, si può avviare una riflessione sulla valorizzazione di alcuni siti, cogliendo le opportunità offerte dal PNRR e dai fondi europei 2021-2027. Vedremo da subito di mettere tutto a sistema, dialogando direttamente con il sindaco di Favignana, anche a proposito di Levanzo e Marettimo.
Chi conosce il Parco ha la sensazione che ci sia ancora da scoprire, auspicando massicce campagne di scavi. Che prospettive ci sono a riguardo?
Io sono dell’idea che, come prima cosa, occorre mettere ordine, attraverso una manutenzione ordinata che, eliminando la vegetazione che infesta alcune aree del Parco, consentirà di rendere maggiormente visibili le importanti testimonianze emerse finora. Il nostro obiettivo, poi, è di coinvolgere maggiormente le Università: alcune mi hanno già chiesto di poter fare dei sopralluoghi conoscitivi. Tra i nostri obiettivi c’è quello di investire sulla ricerca, come si è fatto a Selinunte, dove è stato creato un laboratorio permanente delle arti e della scienza.