Con sentenza della sesta sezione, la Cassazione ha annullato il decreto della Corte di Appello di Palermo che nello scorso mesi di marzo aveva confermato il provvedimento di confisca del Tribunale di Trapani del 2014 di tutti i beni di proprietà di Antonino Palmeri e della sua famiglia.
Si tratta del secondo annullamento, in precedenza con sentenza del 6 giugno 2019 la stessa Corte di Cassazione aveva annullato il decreto della Corte di Appello di Palermo di conferma della confisca .
Adesso sarà un altra sezione della Corte palermitana ad occuparsi del singolare caso giudiziario.
L’imprenditore Antonino Palmeri era stato ritenuto dal Tribunale di Trapani appartenente alla famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, con i cui vertici era entrato in rapporti di affari, ed in ragione di tale contiguità mafiosa era stato confiscato il suo patrimonio, ritenuto sproporzionato ai redditi familiari.
Il provvedimento del Tribunale di Trapani, presieduto da Piero Grillo, era stato contestato dalla difesa del Palmeri, composta dagli avvocati Baldassare Lauria e Laura Ancona, che avevano denunciato l’insussistenza dei presupposti di legge, in particolare contestando la ritenuto appartenenza mafiosa del Palmeri. Lo stesso Palmeri era stato coinvolto nel processo per la strage di Pizzolungo del 1985, uscendone però con una sentenza di assoluzione e con il risarcimento dei danni per l’indebita detenzione patita.
Fra i beni confiscati vi è l’Hotel Grotticelli di Scopello, attualmente gestito da un amministratore giudiziario.
“Siano di fronte ad un caso molto singolare, quasi grottesco, in cui fino ad oggi ha prevalso il pregiudizio nei confronti del nostro cliente – afferma l’avvocato Lauria -. Adesso dopo due annullamenti della sentenza della Corte di Appello ci aspettiamo un giudizio più sereno dei giudici palermitani. Purtroppo il danno economico del Palmeri è significativo, dal 2012 le sue imprese sono amministrate giudiziariamente. E’ il sistema di prevenzione che va riformato, per questo con il Partito Radicale abbiamo predisposto una proposta di riforma del codice antimafia”.