Il Consiglio comunale di Marsala si prepara a riaffrontare la questione del registro dei bambini mai nati. Il presidente Enzo Sturiano ha infatti inserito all’ordine del giorno della prossima convocazione (fissata per giovedì 22) il punto riguardante l’annullamento della delibera approvata il 13 agosto dello scorso anno, su iniziativa dell’ex consigliera Giusi Piccione.
Nei mesi scorsi, proprio a Sala delle Lapidi, il consigliere del gruppo Liberi Piero Cavasino aveva preannunciato la propria intenzione di occuparsi dell’argomento. “Ricordo che l’approvazione dell’atto suscitò molto clamore – sottolinea l’esponente di maggioranza – ma ho avuto modo di approfondire la questione solo dopo l’elezione e la nomina alla guida della Commissione Affari Generali. Non nascondo che, politicamente, non condividevo già dall’inizio il contenuto della delibera. Appreso che c’era un ricorso al Tar in cui si chiedeva l’annullamento alla luce di varie violazioni alla legge ravvisate, ho approfondito la questione, trovando incongruenze tra il regolamento cimiteriale modificato dal Consiglio comunale di Marsala e la normativa nazionale. In particolare, mi sono accorto che si profilava una violazione dell’articolo 7 del Dpr 285/90, relativo al seppellimento dei prodotti abortivi”. In esso, infatti, è prevista la possibilità – se richiesta dai genitori – che i feti aventi meno di 20 settimane possano essere accolti presso i cimiteri nazionali, mentre la delibera approvata dal Consiglio comunale di Marsala impone l’obbligo di seppellimento del cosiddetto “bambino mai nato”, a prescindere dall’età di gestazione e del consenso genitoriale. “Posto così – sottolinea Cavasino – sembra che si sia voluto imporre uno strumento, anche indiretto, per contenere l’aborto volontario. Evidentemente sui diritti civili c’è la volontà di alcune frange di tornare indietro. Ad ogni modo, occorre che le proposte vengano presentate nelle sedi opportune, altrimenti si trasformano in semplici operazioni di facciata”.
Cavasino afferma di essere stato contattato da diverse donne, comprese alcune che era state costrette a interrompere la gravidanza: “Mi hanno ringraziato per l’interessamento, spiegandomi come si può sentire una madre che perde un figlio ed evidenziando che con il seppellimento al cimitero l’agonia sarebbe continuata. Tutto questo senza nulla togliere a chi, liberamente, vuole seppellire un feto che ha meno di 20 settimane”. Inoltre, il consigliere di Liberi fa presente che la citata delibera andava anche contro lo Statuto comunale, in quanto la proposta originaria non risultava sottoscritta dal numero minimo di consiglieri espressamente richiesti per l’avvio di una legittima iniziativa consiliare. Se, dunque, in partenza, le perplessità di Cavasino erano prevalentemente politiche, l’approfondimento della documentazione completa ha fatto emergere motivazioni di ordine tecnico-giuridico che sono diventate prevalenti, anche per tutelare il Comune di Marsala di fronte a contenziosi che verosimilmente lo vedrebbero soccombente. Di conseguenza, si è arrivati alla delibera di annullamento, già approvata in Commissione Affari Generali con 7 voti favorevoli e 3 astenuti (Rosanna Genna, Flavio Coppola, Ivan Gerardi) e sottoscritta oltre che dallo stesso Cavasino (che ne è primo firmatario) da altri 16 consiglieri.
Verosimilmente, il dibattito in aula sarà ancora una volta acceso, come spesso avviene sui temi che scuotono in misura maggiore le coscienze individuali, ma una maggioranza bipartisan per l’annullamento del registro dei bambini mai nati, di fatto, c’è già.