Il Municipio di Paceco in viola per la lotta alla Fibromialgia

redazione

Il Municipio di Paceco in viola per la lotta alla Fibromialgia

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mercoledì 12 Maggio 2021 - 16:50

Il torrino del Municipio di Paceco sarà illuminato con luce viola, questa sera, in occasione della Giornata Mondiale della Fibromialgia.
L’Amministrazione comunale ha infatti aderito all’iniziativa “Illuminiamo la fibromialgia”, promossa in ambito nazionale dall’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica (AISF).

«L’obiettivo – spiegano i promotori dell’iniziativa – è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni del paziente fibromialgico, sofferente di una patologia non riconosciuta e spesso trascurata, che la pandemia ha contribuito ad aggravare ulteriormente».
«Con l’adesione del Comune di Paceco – evidenzia il Sindaco, Giuseppe Scarcella – intendiamo manifestare vicinanza a quanti soffrono di questa patologia debilitante, difficile da individuare e anche da fronteggiare, a causa della varietà di quadri clinici tra i pazienti che rende generalmente poco efficace qualunque terapia farmacologica».
«Il torrino del Municipio – precisa l’assessore Francesco Valenti – sarà illuminato di viola anche nei prossimi giorni, fino a domenica 16 maggio, a dimostrazione di una solidarietà che va oltre la Giornata mondiale della Fibromialgia».
«La sindrome fibromialgica, o fibromialgia, è una malattia che colpisce circa 2-3 milioni di italiani, con una netta prevalenza al femminile. È una “malattia invisibile” – scrive l’Aisf – perché non ha segni riconoscibili, né visibili sui corpi dei pazienti, né rilevabili tramite esami radiologici. Dunque, a causa della mancanza di segni clinici ed esami strumentali che forniscano una diagnosi univoca, essa è ancora una patologia controversa. I suoi sintomi sono complessi, numerosi e invalidanti: il dolore diffuso per tutto il corpo, la stanchezza cronica, i disturbi del sonno e i dolori somatici diminuiscono notevolmente la qualità della vita dei pazienti. I malati si devono scontrare anche con l’ignoranza e lo scetticismo di molti, persino professionisti sanitari, che non riconoscono come “reale” questa malattia. Tutto ciò, inoltre, si accompagna a patologie accessorie rilevanti con disturbi dell’umore e d’ansia, che contribuiscono alla svalutazione e alla sofferenza dei pazienti, accusati di avere “tutto nella propria testa”».

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