“Siamo stati i primi a lanciare una campagna di sensibilizzazione in favore delle vaccinazioni contro il Covid19. Lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo quotidianamente, convinti che sia l’unico modo per uscire fuori dalla pandemia”. Così il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Palermo, Nino Amato, risponde all’appello lanciato dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.
“Siamo d’accordo e sosteniamo ogni iniziativa che promuova la necessità di vaccinarsi contro il Coronavirus – aggiunge Amato – e noi che siamo in prima linea da più di un anno, ogni giorno nei posti di lavoro ribadiamo agli utenti che senza una vaccinazione di massa, non si vedrà la fine del tunnel”.
Il presidente dell’Opi Palermo ricorda di aver chiesto più volte un incontro istituzionale che ancora non si è svolto. “Il presidente della Regione, anche nella qualità di assessore alla Salute ad interim, ci convochi quanto prima. Torniamo a sottolineare come in una fase così difficile serva un lavoro di squadra – commenta Amato – che occorre pianificare attraverso un confronto a oggi mai avvenuto”.
Di contro, diverse centinaia di infermieri e operatori socio-sanitari si sono radunate nei giorni scorsi in piazza del Popolo a Roma – e torneranno a farlo – per manifestare contro l’obbligo vaccinale anti-Covid per il personale medico sanitario. La protesta è stata indetta dal comitato Di Sana e Robusta Costituzione che definisce l’obbligatorietà vaccinale un «esperimento sociale» per cui le persone «sono al servizio della dittatura delle multinazionali per portare avanti, tramite l’accettazione incondizionata di un trattamento sperimentale, l’instaurazione di una nuova società disumanizzata». L’opinione pubblica li ha definiti, ingiustamente, no vax, ma loro dicono di non esserlo affatto.
Nel comunicato ufficiale degli organizzatori si legge ancora: «Siamo ancora tanti a Resistere! Ci hanno provato, usando il ricatto dell’“obbligo morale” per giustificare l’ingiustificabile e accettare l’inaccettabile e ci sono riusciti: molti si sono sottoposti al trattamento, pur con tante paure, dubbi e incertezze solo per difendere il proprio posto di lavoro! Molti sono caduti nella trappola e questo è inaccettabile!». Un’altra manifestazione è prevista per il prossimo 21 aprile, questa volta davanti a Montecitorio.