L’Italia verso la produzione dello Sputnik V? Ma non è nei piani dell’UE

redazione

L’Italia verso la produzione dello Sputnik V? Ma non è nei piani dell’UE

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mercoledì 10 Marzo 2021 - 11:48

Lo Sputnik V entra a gamba tesa nel dibattito sui vaccini e potrebbe portare l’Italia a produrre dosi per la cura al Coronavirus. L’azienda farmaceutica italo-svizzera Adienne Pharma&Biotech ha firmato un accordo con il Russian Direct Investment Fund (RDIF), che tratta la distribuzione dello Sputnik all’estero, per produrre il composto russo in Italia, presso gli stabilimenti di Caponago, a Monza. E si tratta di una prima assoluta in Europa, tanto che a Bruxelles hanno mal digerito la svolta.

Ad annunciarlo, con una nota, è stata la Camera di Commercio Italo-Russa (CCIR), che dice di aver “promosso incontri tra imprese italiane ed europee” con le controparti russe per arrivare all’agognato risultato. “Si tratta di un accordo storico che mostra lo stato di salute dei rapporti tra i nostri due Paesi e sottolinea come le imprese italiane sappiano vedere oltre le polemiche politiche”, ha commentato il presidente della CCIR Vincenzo Trani. Pare che le fiale messe a punto a Monza potrebbero anche essere esportate verso uno dei 46 Paesi del mondo che, ad oggi, hanno già approvato lo Sputnik (come ad esempio l’Ungheria) qualora l’Ema non dovesse dare l’ok.

Ma lo Sputnik al momento non rientra nella strategia vaccinale dell’Ue. 
L’intesa pare possa prevedere l’avvio della produzione “a luglio” per un totale di “10 milioni di dosi entro la fine dell’anno”. Ci vuole del tempo dunque per avere materialmente il vaccino disponibile.

Ma c’è anche la Spagna in pole position per la produzione del vaccino.


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