Musica: tutti i benefici della colonna sonora della nostra vita

redazione

Musica: tutti i benefici della colonna sonora della nostra vita

Condividi su:

giovedì 07 Gennaio 2021 - 11:31

La musica non è solo arte, mezzo per esprimere le emozioni, vibrazioni con una certa frequenza oppure, secondo una delle definizioni più culturalmente consapevoli “suono organizzato”. In questo articolo scopriremo come la musica può avere effetti sull’apprendimento, aiutare nella concentrazione e nel lavoro, e, non da ultimo, renderci più felici.

Sviluppo (e conservazione) delle attività cognitive

I programmi didattici relativi alla musica permettono di imparare come relazionarsi con il mondo dei suoni e sviluppare il potere creativo attraverso l’espressione artistica. Le capacità cognitive vengono stimolate attraverso vari canali, tra cui quelli, fondamentali, della memoria e della coordinazione. Infatti, l’approccio dell’insegnamento classico della musica, come avviene nei conservatori, si basa sull’apprendimento di notazione, solfeggio e tecnica strumentale.

È evidente che essere educati all’ascolto o, meglio, allo studio di uno strumento, ha effetti sullo sviluppo di alcune zone del cervello. In realtà, il cosiddetto effetto Mozart, ovvero la teoria che sosteneva che l’esposizione ad alcune composizioni classiche (in particolare quelle del grande compositore austriaco) rendesse oggettivamente più intelligenti, è stata ampiamente smentita. Resta però il fatto che la musica aiuta la memoria, ha positivi effetti sull’autostima, sullo sviluppo del linguaggio e insegna ad esprimere e gestire le emozioni.

In età avanzata, la musicoterapia viene utilizzata per contrastare malattie importanti come l’Alzheimer, per aiutare i pazienti a riconnettersi con il proprio vissuto, tenere attive le connessioni neurali e recuperare funzioni legate al movimento. Inoltre, la musica può aiutare a gestire gli stati ansiosi, lo stress e vere e proprie patologie come la depressione.

Perché la musica può aumentare la produttività

La musica può apportare benefici anche in campo lavorativo. Meglio, comunque, puntare su qualcosa che non catalizzi l’attenzione dell’ascoltatore, come, ad esempio, una selezione musicale che doni un ritmo al naturale fluire dei pensieri, favorendo la creatività e l’attenzione. Ci sono occasioni, poi, in cui l’energia di un brano può servire da collante ad un particolare evento. Pensiamo, ad esempio, alla musica motivazionale al termine di riunioni o di conferenze, soprattutto nell’ambito del marketing.

Quando si svolgono attività che richiedono un alto livello concentrazione, come studiare, leggere, preparare un progetto, cimentarsi in un hobby divertente o sedersi intorno al tavolo verde è meglio prediligere una modalità di ascolto a volumi bassi, con scarsa dinamica e con composizioni che evitino dissonanze o suoni aspri. Ciò permette di evitare di distrarsi da ciò che si sta facendo e, allo stesso tempo, la musica innalzerà il cosiddetto rumore di fondo, coprendo, ad esempio, i fastidiosi suoni del traffico.

All’interno di uffici open space, che sono molto rumorosi, spesso viene diffusa musica attraverso casse a parete. Se ciò potrebbe sembrare un controsenso (perché aggiungere ulteriore rumore a quello già esistente?), in realtà la musica serve ad innalzare il livello delle vibrazioni sonore quel tanto che basta a rendere le voci o gli altri suoni un omogeneo, indistinto, e di conseguenza meno fastidioso, rumore di fondo. Quindi, facendo attenzione a non superare i limiti di legge dei decibel consentiti in ambienti di lavoro, i dipendenti potranno lavorare godendosi un po’ di musica, con conseguenze positive sia sull’umore che sulla produttività.

Anche gli sviluppi tecnologici hanno contribuito ad aumentare le possibilità di fruizione musicale. Pensiamo, ad esempio alla tecnologia wireless. Attraverso un solo dispositivo mobile, come un cellulare o un tablet, è possibile utilizzare i servizi di streaming e godersi I propri brani preferiti su altoparlanti o cuffie senza bisogno di alcun collegamento via cavo. La stessa tecnologia è stata utilizzata con successo anche nell’ambito di manifestazioni e rassegne aperte al pubblico, dove ciascun partecipante è stato dotato di cuffie: eventi molto coinvolgenti per coloro che ne prendono parte, grazie anche al suono surround e immersivo.

Musica, suoni e felicità

Perché ascoltare le nostre canzoni preferite ci rende quasi istantaneamente più euforici e allegri, riuscendo a strapparci un sorriso anche durante i momenti più difficili e stressanti delle nostre giornate? La risposta la fornisce la scienza che, ormai da tantissimi anni, studia cosa succede a livello della chimica del corpo nel momento in cui ritmo, armonia e melodia iniziano a riempire lo spazio intorno a noi.

Attraverso il complesso meccanismo uditivo, le onde sonore (una misurabile grandezza fisica) arrivano all’orecchio esterno, vengono trasformate dall’orecchio medio e codificate dall’orecchio interno, che trasmette quindi impulsi al cervello. A questo punto, il cervello decodifica le informazioni, permettendoci quindi di godere dello stimolo musicale come esperienza legata al presente, ma anche alla nostra memoria cerebrale.

La musica facilita il rilascio di dopamina, un ormone che dona un senso di appagamento e benessere, per questo chiamato “ormone della felicità”. Ciò avviene per una naturale reazione fisiologica, a causa del profondo legame tra i forti stimoli di carattere emotivo e alcune zone del cervello. Ma gli effetti sulla biochimica non finiscono qui. La musica influisce anche sul rilascio di serotonina, sull’innalzamento della soglia del dolore e sull’aumento di prolattina, ovvero l’ormone della crescita.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta