Gino De Vita e Paolo Passalacqua, dopo 20 anni stesso palco a San Pietro. Intervista al chitarrista marsalese

redazione

Gino De Vita e Paolo Passalacqua, dopo 20 anni stesso palco a San Pietro. Intervista al chitarrista marsalese

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sabato 22 Agosto 2020 - 08:30

A San Pietro il 24 agosto dalle ore 21.30, una serata con il Quartet New Standard e il jazz del chitarrista Gino De Vita e del pianista Paolo Passalacqua con Gianluca Pantaleo al basso e Fabrizio Parrinello alla batteria. Grandi musicisti della nostra terra in un evento organizzato dall’associazione La Scintilla col patrocinio del Comune di Marsala. Ingresso con prenotazione obbligatoria presso la Pro Loco di via XI Maggio. Dello spettacolo musicale e di tanto altro abbiamo parlato con il musicista De Vita, approfittando del contesto culturale e dell’allarme per il settore con l’emergenza Coronavirus.

Paolo Passalacqua

Dal termine Standard si capisce che spaziate nella storia del jazz. Ma c’è anche quel “New”. Cosa suonerete a San Pietro lunedì?

Dopo oltre 20 anni torno sul palco con Paolo Passalacqua, musicista che stimo tantissimo. Non suonavamo insieme dalle prime edizioni del Jazz Festival. Abbiamo questa passione comune e allora avevamo preparato un repertorio standard. Crescendo, oggi, proponiamo i nostri brani, con rivisitazioni in chiave jazzata di pezzi storici, dai Nirvana a Nino Rota. Sarà questo il connubio tra standard e new, con una chicca: omaggeremo il grande Ennio Monricone, scomparso da poco, e un medley di brani che sanno di… Sicilia…

In questo periodo sei stato impegnato in una serie di eventi. Come hai vissuto il lockdown e come stai vivendo il post Covid da artista con tutte le problematiche che tuttora il settore affronta?

L’ho vissuto con tanta preoccupazione. Per gli artisti è stato davvero un danno, soprattutto per coloro che fanno solo questo di mestiere, lezioni private, eventi o matrimoni. La nostra categoria è stata distrutta, non sono arrivati sussidi e alcuni dotati di Partita Iva come me, non hanno goduto neanche delle 600 euro. Molti sono stati aiutati dai genitori, avendo la fortuna di averli. Io ad esempio, non sono riuscito a fare lezione perchè non tutti gli allievi erano propensi a farla online. Spero che tutto ciò non si ripeta.

Ti sei fatto promotore dell’associazione Professione Musica. Quali obiettivi si pone? Cosa intendete per “Professione”, termine che è un’arma a doppio taglio.

Innanzitutto Professione Musica è formata al momento da soli musicisti marsalesi, 51, di cui 38 vivono di sola musica. La cosa simpatica all’inizio, è stata la voglia di aderire di ben 48 musicisti da tutta la Provincia, solo pochi erano di Marsala. Il primo obiettivo è regolamentare l’immagine di chi fa musica come primo o secondo lavoro, ma in maniera professionale. Professionale significa non avere un diploma per forza, perchè sappiamo che la musica è fatta anche dal puro talento. Ma chi ne fa un mestiere, deve essere pagato. Altro obiettivo è regolamentare il lavoro, istituire un codice deontologico in cui un musicista, ad esempio, non deve scendere sotto una determinata cifra per un live. Ci sono tanti problemi con le Partite Iva da superare, perchè anche noi paghiamo le tasse. Quindi un musicista quando va a suonare nei locali o quando deve realizzare un evento con il Comune, deve avere il supporto di una associazione che possa garantire per lui l’aspetto tecnico-burocratico. Inoltre vogliamo stipulare protocolli d’intesa con il Comune, con le forze dell’ordine, con la Siae e con un sindacato che possa tutelare sia l’artista che i gestori dei locali, perchè questi ultimi potrebbero essere scoraggiati dai costi da affrontare.

Che rapporto volete istaurare con le Istituzioni?

Vogliamo dialogare con tutte le amministrazioni che verranno, l’associazione rappresenta il territorio non solo a Marsala ma anche all’estero. Da settembre inizieremo a lavorare con proposte serie; ogni socio di Professione Musica inoltre, può presentare proprie iniziative col sostegno dell’associazione. Ci rivolgiamo non solo al Comune, ma anche alla Regione, all’UE e agli sponsor privati.

Cosa ne pensi di movimenti come il MAC? C’è collaborazione?

Siamo disposti a collaborare con altre realtà culturali quindi anche con il MAC che è una bella realtà, tra noi e loro fa da collante il musicista Gregorio Caimi. Quello che conta è la serietà e professionalità dei progetti.

Quindi ci sono già progetti futuri a cui pensare…

Stiamo già pensando ad un ritorno del Festival Jazz a Marsala e del Festival del Mediterraneo ma stiamo mettendo le basi per tanto altro. E come Professione Musica vogliamo dare vita a vere e proprie figure in ogni ambito del settore: chi si occupa di comunicazione, chi della parte organizzativa, chi di quella burocratica, la figura del manager, ecc.

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