Marsala, Alberto Di Girolamo e la sua storia da sindaco: “Lotta faticosa contro il clientelismo”

redazione

Marsala, Alberto Di Girolamo e la sua storia da sindaco: “Lotta faticosa contro il clientelismo”

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domenica 12 Luglio 2020 - 14:47

Il 15 giugno 2015 iniziava il mio percorso come sindaco di Marsala. Non vi nascondo che sono stati anni difficili e complessi per vari aspetti, durante i quali purtroppo mi sono reso conto che votare un candidato sindaco onesto è molto più semplice che avere un sindaco onesto. E questa non è una frase fatta ma l’amara realtà”. Con queste parole il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo, fa un excursus della sua candidatura a primo cittadino e della sua Amministrazione, in vista delle prossime elezioni comunali, prorogate, causa Coronavirus, al prossimo 4 ottobre. Nessun accenno ad una probabile nuova candidatura, dopo la lettera inviata ieri da alcuni consiglieri comunali e dagli assessori che appoggerebbero nuovamente Di Girolamo. Ma lui ancora non ha sciolto la riserva di una possibile ricandidatura.

Ma il primo cittadino ricorda anche difficili momenti dell’essere a capo di un Ente comunale: “Nel meridione la cultura clientelare è così radicata nel profondo, che sconfiggerla è veramente un’impresa ardua e chi ci prova si crea più nemici che amici. Perché quando parliamo di lotta al clientelismo si pensa esclusivamente alla mafia, ai grandi appalti, ecc. Ma la vera lotta per avere una società più giusta riguarda e parte anche dalle azioni quotidiane. Tra l’altro clientelismo e mafia sono strettamente connessi, il primo è terreno fertile allo sviluppo dell’altra. Ciò che in questi anni ci siamo impegnati a combattere è un modus operandi che purtroppo fa parte del dna di molti. E vi assicuro che è stata una lotta ardua, difficile, anche molto faticosa, che ha determinato scontri frontali con chi per anni era abituato a ben altro, e a causa della quale abbiamo perso anche il saluto di alcune persone, magari di quelle stesse che in passato osannavano la mia onestà e serietà. Ma quando poi questi valori si scontrano con gli interessi personali, ecco che in quel caso non vanno più bene. Davanti per esempio ad una richiesta di raccomandazione ovviamente non esaudita, perché per me devono andare avanti i migliori; dinanzi a richieste di favori personali non andati a buon fine, perché le cose secondo Di Girolamo si fanno solo se la legge lo permette e seguendo l’iter corretto, e potrei continuare a lungo. Per me le regole valgono per tutti e non solo per alcuni, valgono per gli estranei così come per i conoscenti, valgono per i semplici cittadini così come e ancora di più per chi ha un ruolo più alto nella società. “Ma io ti ho votato” mi sono sentito più volte dire. Sì caro amico, cittadino, hai ragione, ma tu hai votato una persona che ha sempre fatto della legalità il suo biglietto da visita, che ha sempre parlato e praticato il rispetto delle regole e la lotta al clientelismo. E quest’ultima riguarda tutti e non solo gli altri. In questi anni tante sono state le scelte amministrative che abbiamo portato avanti per cercare di mettere fine ad un sistema che non ci appartiene. Certo ci vuole tempo e ci siamo dovuti armare di pazienza, energia, nervi saldi, tanto coraggio e forza, ma non ci siamo MAI ARRESI. Molti sono gli esempi che potrei farvi a tal proposito. Ve ne cito solo due: quando ci siamo insediati l’evasione dei tributi per i servizi nella nostra città era molto diffusa. In questi anni ci siamo impegnati affinché Marsala non fosse più un far west dove ognuno potesse fare ciò che voleva a scapito dei tanti che invece rispettano le regole e proprio per tale motivo nel 2018 è stata assegnata una premialità al nostro Comune dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, quale riconoscimento dell’impegno svolto nella lotta all’evasione fiscale (siamo stati l’unico Comune in Sicilia). Un altro esempio: abbiamo effettuato la rotazione dei dirigenti e dei funzionari, che invece in passato rimanevano per tanti anni sempre nella stessa posizione, che in alcuni casi poteva anche divenire posizione di potere, con tutto ciò che questo significava. Queste azioni, insieme a tante altre scelte, ovviamente ci hanno creato non pochi “nemici” a vari livelli e conseguenze non piacevoli”.

Poi un chiaro puntare il dito sul Massimo Consesso Civico e sui suoi componenti: “In Consiglio comunale, per esempio, presto non ho più avuto una maggioranza: perché ero un “dittatore”, come qualcuno sosteneva, o semplicemente perché questo mio modo di amministrare la città dava fastidio ad alcuni? Vi assicuro che amministrare con la maggioranza del consiglio comunale contro o che ritarda di mesi l’approvazione di atti importanti, come il bilancio, è veramente difficile.
Di tutto questo in parte ero consapevole, ma la realtà é stata molto più difficile e pesante del previsto, non solo per me, ma anche per la mia famiglia. In ogni caso, comunque, mai avrei potuto comportarmi diversamente, perché nonostante tutto, continuo a credere fermamente che anche nella nostra terra si possa creare una società dove la legalità, il rispetto delle regole e la civiltà possano divenire i capisaldi del vivere quotidiano. Certo ci vuole tempo, ma non è impossibile, e se ci si crede con fermezza, ci si può riuscire”.

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