Nella giornata di ieri, Agenti di Polizia della Divisione Anticrimine, unitamente a personale del Commissariato di Polizia di Mazara del Vallo hanno eseguito un provvedimento di sequestro anticipato di beni ai fini della confisca ai sensi dell’art. 20 del D.L.vo n. 159 del 2011 (il cosiddetto Codice Antimafia), nei confronti del 45enne Vito Ingrassetto, conosciuto come Vito “Puci”, pregiudicato di Mazara del Vallo.
Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani su Proposta del Questore di Trapani, avanzata per l’applicazione della misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale della P.S. a conclusione di analisi condotte dalla Divisione Anticrimine su pregresse acquisizioni degli organi di polizia giudiziaria ed all’esito delle indagini societarie e patrimoniali svolte da personale specializzato della medesima articolazione. Dalle stesse si è ritenuto di procedere alle suddette misure preventive, riconoscendo Ingrassetto come individuo socialmente pericoloso secondo i canoni previsti dalla citata normativa.
Il 45enne annovera numerosi precedenti penali e di polizia, ma soprattutto è stato sempre attivo nell’illecito settore dello spaccio di sostanze stupefacenti fin dal 2003, quando è stato indagato per tale reato per la prima volta per poi reiterarlo fino a tempi recenti.
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Nel periodo analizzato ai fini della proposta Ingrassetto si è reso responsabile di ulteriori violazioni delle norme di legge, riportando condanne per guida senza patente, rapina, porto di armi in concorso e violazione dei doveri inerenti la custodia delle cose sottoposte a sequestro mentre è tuttora imputato per i reati di occupazione abusiva di immobile, furto di energia elettrica, abusivismo edilizio e ricettazione.
Il percorso criminale di Ingrassetto a soli 16 anni, quando, unitamente al proprio fratello ed ad un altro complice, è stato deferito per sequestro di persona e violenza privata nonché per furto aggravato: i tre, infatti, quel giorno, secondo quanto accertato dalla polizia, avevano costretto un minore a trasportare sulla propria automobile attrezzi da lavoro, del valore di 6 milioni di lire, che, la notte precedente, avevano asportato da un esercizio commerciale.
Da allora la carriera criminale di Ingrassetto è stata costantemente suggellata da arresti, denunce e condanne soprattutto per violazioni in materia di stupefacenti ma anche per rapina e detenzione e porto illegale di armi e di oggetti atti da offendere.
Recenti investigazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala e svolte dal Commissariato di P.S. di Mazara del Vallo hanno permesso di accertare come lo stesso avesse avviato e condotto nel territorio della città di Mazara del Vallo, precisamente nel popolare quartiere “Mazara Due”, un fiorente mercato di stupefacenti.
La particolare “esperienza” criminale conseguita da Ingrassetto negli anni, secondo quanto emerso dalle indagini, lo aveva indotto a utilizzare cautele nella gestione dei suoi traffici al fine di sfuggire ad eventuali investigazioni nei suoi confronti.
Le stesse investigazioni avevano inoltre evidenziato come il soggetto in questione, tramite la propria rete di spacciatori fosse in grado di rifornire numerosi tossicodipendenti locali e non, provenienti questi ultimi, in particolare, da Marsala, Castelvetrano e Campobello di Mazara, “blindando” le proprie “piazze di spaccio” assoldando giovanissime “sentinelle” e installando sistemi di telecamere a circuito chiuso ed addirittura un drone (rinvenuto e sequestrato unitamente a sostanze stupefacenti da altra forza di Polizia in occasione di una perquisizione esperita nei confronti di un suo fidato complice).
Alla crescita delinquenziale di Ingrassetto, negli anni, è corrisposto un parallelo illecito arricchimento che gli ha consentito, partendo da uno stato di nulla tenenza, di accumulare beni mobili ed immobili ed addirittura di avviare un’attività di ristorazione intestandola all’attuale compagna.
Le indagini patrimoniali condotte da personale specializzato della Divisione Polizia Anticrimine, hanno evidenziato infatti come lo stesso proposto, negli anni, abbia illecitamente acquisito beni a fronte di redditi percepiti del tutto risibili.
In una recente intercettazione il predetto, vantandosi della sua carriera criminale con altro soggetto, affermava serenamente che non gli sarebbe bastata una vita di lavoro onesto per accumulare i patrimoni che era riuscito invece a conseguire illegalmente. (“perché quello che ho avuto io facendo questo … ma neanche se stai tutta una vita ad alzare conci …”).
La sproporzione tra il patrimonio illecitamente accumulato ed i redditi legalmente acquisiti è tale che il Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, condividendo quasi totalmente la richiesta avanzata dal Questore di Trapani ha disposto il sequestro preventivo dei seguenti beni riconducibili a Vito Ingrassetto e valutati più di 1 milione di euro: 2 ciclomotori (uno scooter ed un’apecar); 5 motociclette; 2 quad; 6 autovetture (tra cui tre SUV Porsche, Audi e Range Rover); 7 rapporti bancari e postali; un’impresa individuale (pizzeria denominata “Lady Pizza”) a Mazara del Vallo; 2 fabbricati per civile abitazione rispettivamente di 10 e 5 vani; un appartamento di 4 vani; 2 terreni; un fabbricato rustico insistente; una villetta a due piani (costruita abusivamente).