Coronavirus, negli esercizi gestiti dai cinesi vendite in netto calo e nelle farmacie esaurite le mascherine protettive

Gaspare De Blasi

Coronavirus, negli esercizi gestiti dai cinesi vendite in netto calo e nelle farmacie esaurite le mascherine protettive

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sabato 01 Febbraio 2020 - 07:34

I dati sul nuovo virus dalla Cina spaventano. Più contagi della Sars, l’epidemia di corona virus ha già superato in Cina la diffusione della sindrome che colpì quel Paese e non solo, nel 2003: sono oltre diecimila i casi confermati (contro i 5327 della Sars, in nove mesi), mentre i decessi sono saliti ad oltre 250.

Abbiamo cercato di capirne l’impatto nel comune di Marsala. Non certamente dal punto di vista sanitario. Nella città lilibetana e più in generale nel nostro Paese sembra che il virus non abbia per il momento abbia avuto diffusione. Rimangono due aspetti su cui vale la pena puntare l’attenzione: la psicosi da eventuale contagio e l’impatto economico.

Sulla prima opzione abbiamo raccolto diversi pareri nelle sale d’aspetto di alcuni medici di famiglia. “Siamo nel periodo annuale che precede il picco dell’influenza stagionale – ci hanno detto un po’ tutti i sanitari – ed è naturale che vengano nei nostri studi pazienti affetti da questa sindrome che comunque non ha nulla a che vedere con il coronavirus. Tuttavia i pazienti una volta giunti alla nostra osservazione, ci chiedono notizie del virus che proviene da Paese asiatico. Cerchiamo di tranquillizzarli, ma la diffusione mediatica del fenomeno sta diffondendo una certa preoccupazione”.

Allarme che si trasferisce nelle farmacie. “Abbiamo esaurito in poche ore la scorta di mascherine sanitarie per il viso – ci ha detto il farmacista Giuseppe Polizzotti -, non credo che possano essere di una qualche importante efficacia. Ma registriamo certamente una richiesta davvero incessante”. Proprio mentre ci trovavamo nella farmacia due diversi clienti hanno fatto richiesta di acquisto delle mascherine, e si è chiaramente vista la delusione alla risposta del commesso che ha ribadito che le scorte erano terminate. Stesso discorso per altre farmacie della periferia (evidentemente la gente si sposta, non trovandone in quella sotto casa) e del centro.

“Il paradosso – ci dice il titolare della farmacia Scalia di via Roma dove le mascherine sono esaurite da tempo – è quello che le stesse spesso sono state prodotte in Cina e da lì importate in Europa. Comunque non possiamo più approvvigionarci perché neppure i centri di vendita all’ingrosso che ci riforniscono ne sono più forniti”.

Aspetto economico invece per quanto riguarda i numerosi esercizi commerciali gestiti da cinesi o comunque da orientali. Dalle notizie ancora frammentarie che siamo riusciti a sapere i punti di ristoro alimentare hanno registrato una forte diminuzione di clienti. In pratica, pur non essendoci alcun pericolo, i ristoranti cosiddetti cinesi che stanno riscuotendo un certo successo a Marsala, da giorni hanno visto diminuire la clientela. Bocche cucite per quanto riguarda i gestori dei punti vendita generalisti. Ormai tra piccoli e grandi se ne contano a decine su tutto il territorio. Ne abbiamo “visitati” alcuni in centro e nelle grandi arterie che collegano le periferie con il centro urbano lilybetano. Difficile apprendere dai proprietari se le vendite sono diminuite. Non è servito neppure il richiamo ad una sorta di preoccupazione campanilistica, quei pochissimi che ci hanno risposto ci hanno detto che la loro provenienza geografica è molto distante dalla città di Wuhan dove tutto ha avuto inizio.

Hanno parlato, seppure tra mille diffidenze, le commesse dei negozi che ormai sono tutte marsalesi. “Da giorni – ci ha detto M.U. – non si registrano più le quantità di vendite tradizionali. Trascorriamo talvolta alcune ore senza che arrivino clienti. Secondo me abbiamo una diminuzione di oltre il 50%” In un grande centro di vendita al dettaglio un commesso marsalese ci ha detto che talvolta i clienti gli chiedono quasi sottovoce di che zona della Cina sono originari i titolari. Oltre alla facili battute che si registrano in questi giorni, rimane alta la preoccupazione specialmente dopo che il governo ha dichiarato l’emergenza sanitaria su tutto il territorio nazionale per i prossimi 5 mesi.

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