Luigi Di Maio non è più il capo politico del Movimento 5 Stelle. La notizia era nell’aria da giorni, ma è stata ufficializzata oggi dallo stesso Ministro degli Esteri, nel corso di un evento tenutosi a Roma, presso il Tempio di Adriano, originariamente programmato per la presentazione dei “facilitatori”. Naturalmente, Di Maio continuerà a far parte del governo guidato da Giuseppe Conte e, di conseguenza, a guidare la Farnesina. Nel corso del suo intervento, il Ministro ha ribadito la propria stima per il Presidente del Consiglio e il sostegno al governo. Al contempo, non ha rinunciato a togliersi qualche “sassolino dalle scarpe”, alludendo a “nemici interni” che avrebbero remato contro la sua leadership negli ultimi mesi. “Oggi si chiude un’era, ho portato a termine il mio compito”, ha aggiunto Di Maio, rivendicando i risultati raggiunti in questi anni, l’impegno del Movimento a tutela del bene comune e in generale del contributo che i pentastellati hanno dato in questi anni alla politica italiana, cercando di dare rappresentanza alle istanze popolari. Al contempo, Di Maio ha annunciato l’apertura del percorso che porterà agli Stati Generali che a metà marzo riformeranno il Movimento, con l’obiettivo di rilanciarlo sulla scena politica dopo l’emorragia di consensi registrata nel 2019. Proprio a Di Maio tanti attivisti hanno rimproverato sia gli accordi di governo (prima con la Lega, poi con il Pd) sia una certa impronta nella gestione della rappresentanza parlamentare, apparsa progressivamente diversa rispetto al profilo con cui era iniziata l’esperienza dei 5 Stelle in Parlamento, dopo le elezioni del 2013.
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