Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia del conferimento della cittadinanza onoraria marsalese alla senatrice a vita Liliana Segre. Un’iniziativa sposata dall’amministrazione Di Girolamo, che a sua volta ha accolto l’appello partito da associazionismo e società civile (compresa la nostra testata). Tra i principali promotori, il presidente degli Amici del Terzo Mondo Enzo Zerilli, baluardo dell’impegno sociale in città da più di trent’anni.
Come avete accolto la notizia della cittadinanza onoraria alla Segre? In fin dei conti, è una battaglia vinta…
Sì, riconosciamo al sindaco di aver dimostrato sensibilità in quest’occasione. Ci dispiace che la stessa sensibilità non sia stata manifestata in occasione del decreto Salvini e della proposta di cittadinanza onoraria a Mimmo Lucano. Voglio chiarire che la nostra iniziativa non si esaurisce nella solidarietà alla senatrice Liliana Segre, a cui va tutta la nostra stima, ma intende stimolare un’ulteriore riflessione su quanto la stessa senatrice ha proposto, con l’istituzione di una Commissione contro i reati di odio, razzismo e antisemitismo. Negli ultimi 14 mesi c’è stata un’ulteriore escalation di episodi che testimoniano la crescente intolleranza che si registra nel nostro Paese, anche alimentata dai media con manipolazioni e scorrettezze di vario genere.
Come si combatte tutto questo?
Noi riteniamo che bisogna stare tra la gente, parlare con tutti e spiegare ancora una volta che il disagio economico e sociale che tanti vivono sulla propria pelle non è da addebitare alla presenza di immigrati o richiedenti asilo nelle nostre città, ma alle scelte politiche dei governi del passato più o meno recente, che hanno accresciuto le diseguaglianze sociali.
Gli Amici del Terzo Mondo lavorano alla promozione della cultura dell’accoglienza e dell’incontro a Marsala a partire dagli anni ’80. Com’è cambiato il rapporto tra gli autoctoni e gli immigrati nel tempo?
Non c’è mai stato questo livello di odio. C’era diffidenza, difficoltà ad accogliere lo straniero, ma non c’era l’intolleranza verso tutte le diversità che registriamo oggi. E’ come se qualcuno avesse sdoganato il razzismo, autorizzando chi prima non esternava i propri sentimenti rancorosi a venire fuori con rabbia.
Viviamo in un Paese cattolico, che però oscilla tra atteggiamenti contraddittori. Com’è possibile che le stesse persone attacchino le posizioni di apertura verso i migranti di Papa Francesco e poi vogliano il Crocifisso in Consiglio comunale, com’è successo recentemente anche a Marsala?
Da credente penso che le istituzioni sono laiche e il Crocifisso non va messo. Ormai la politica strumentalizza i simboli cristiani, dal Crocifisso al Rosario. Si dimentica, però, che il Crocifisso è un simbolo di amore universale, in particolare, verso gli “ultimi”. Chi lo utilizza per i propri tornaconti personali o per aumentare le percentuali di voto, ne tradisce il significato.
La campagna elettorale per le amministrative a Marsala è ormai dietro l’angolo: cosa si aspetta?
Personalmente, mi auguro che si riesca a mettere assieme tutte le forze progressiste di questa città per arginare l’oscurantismo e la politica dell’odio e della rabbia.