Processo Perricone, sentiti altri testi della difesa 

redazione

Processo Perricone, sentiti altri testi della difesa 

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venerdì 27 Settembre 2019 - 16:27

Nel corso dell’udienza di mercoledì sono stati ascoltati due impiegati della Demostene Spa, una professionista, un funzionario regionale, e l’editore di un’emittente televisiva locale.

È durata oltre tre ore, mercoledì mattina, presso il tribunale di Trapani, l’udienza del processo a carico dell’ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, e altri tre soggetti: la cugina Maria Lucia Perricone (detta Mary), la legale rappresentante della Promosud srl, Marianna Cottone, e il funzionario del Centro per l’impiego di Alcamo, Emanuele Asta. Il procedimento giudiziario è scaturito dall’inchiesta della magistratura trapanese del 2016 denominata “Affari Sporchi”, avente ad oggetto principalmente i lavori di ampliamento del porto di Castellammare del Golfo e alcuni corsi della formazione professionale finanziati dal Fondo Sociale Europeo. I quattro soggetti citati sono accusati di vari reati, tra cui l’associazione a delinquere, la bancarotta fraudolenta, la corruzione, la truffa ai danni dello Stato e della Ue. Nell’aula intitolata al magistrato Alberto Giacomelli, davanti al collegio dei giudici presieduto dal dottore Enzo Agate e a latere dalla dottoressa Roberta Nodari e la dottoressa Chiara Badallucco, sono stati ascoltati i testimoni della difesa della cugina dell’ex vicesindaco di Alcamo e della legale rappresentante della Promosud srl ( società occultamente amministrata dal Perricone secondo l’accusa). Prima dell’interrogatorio, il legale di Pasquale Perricone, l’avvocato Giuseppe Benenati, ha informato il tribunale di avere trovato il fascicolo del Gip con la denuncia degli atti di intimidazione subiti dallo storico esponente del PSI alcamese. Gli atti risalerebbero al ’99 e, dunque, successivi agli anni in cui l’ex vicesindaco di Alcamo ha ricoperto la carica di presidente della Cea, come invece affermato nel corso dell’udienza di fine giugno scorso il sindacalista Giorgio Muscarello, vicepresidente della Legacoop Sicilia del settore edile, oggi scomparso. Il pubblico ministero, la dottoressa Rossana Penna, invece, ha depositato le denunce di vari soggetti per diversi furti subiti dalla summenzionata cooperativa dal 2006 in poi. Il primo testimone ascoltato, dunque, è stato il signore Gabriele Zanolini, dal 2009 al 2015 dipendente della Demostene Spa, la società di recupero crediti che svolgeva attività di consulenza per la Cea (secondo l’accusa amministrata occultamente da Pasquale Perricone nell’ambito dei lavori del porto). Interrogato dall’avvocato Giuseppe Junior Ferro, legale di Mary Perricone, il teste ha dichiarato di essere stato solo una volta, nel 2010, nella sede della Cea, e di essersi relazionato con le signore Maria Lucia Perricone e Mariagrazia Blunda. Dopo la liquidazione della cooperativa ha poi intrattenuto i rapporti con la parente dell’ex vicesindaco di Alcamo entrando a far parte della società Magara (amministrata dalla signora Perricone) della quale è ancora socio con il 10% delle quote. Durante il controesame dell’accusa, il signor Zanolini ha spiegato che la Magara (in liquidazione dal 2017) non poteva acquistare crediti sul mercato perché era una società a responsabilità limitata. Inoltre, il teste ha affermato che l’oggetto del contratto sottoscritto con Pasquale Russo, liquidatore della Cea (coinvolto in un procedimento parallelo) riguardava un’attività di consulenza per recupero crediti. Il signor Zanolini però non è riuscito a ricordare quanti contratti ha concluso nella sua esperienza professionale con detta procedura di liquidazione. Successivamente il sostituto procuratore, la dottoressa Penna,  ha rivolto al teste delle domande in merito ad una conversazione  intercettata, e risalente al maggio 2014, con Mary Perricone nel corso della quale quest’ultima lo aveva informato di avere parlato con il summenzionato liquidatore della Cea e di avergli chiesto di trovare in seno alla Regione Sicilia “un aiuto” per la loro pratica, ossia l’autorizzazione ad un’operazione transattiva che avrebbe consentito alla Cea, all’epoca in liquidazione, di incamerare i soldi della Coveco (capofila della’Ati aggiudicataria dei lavori del porto). Inoltre, in tale colloquio si parlava dell’incontro di Mary Perricone e Pasquale Russo alla Regione Sicilia con dirigenti e politici  regionali. Infine, la dottoressa Penna ha domandato al signor Zanolini quale è stata la prima commessa di Magara. Il teste ha indicato la Fedluc srl, il cui amministratore è Massimo Vancini, anche lui nella lista dei testimoni della difesa e ascoltato ieri. Interpellato dal legale dell’ex vicesindaco di Alcamo, il teste Zanolini ha dichiarato di non aver mai conosciuto Perricone. Dopo l’avvocato Ferro ha chiamato a deporre il teste Massimo Vancini, impiegato presso la Demostene dal 2006. Si è occupato di assistenza alle cooperative sociali, tra le quali la Cea, conosciuta probabilmente prima del 2003. Inoltre, ha fornito consulenza sugli appalti ed ha esposto un elenco di lavori pubblici, compresi quelli effettuati in Contrada Sasi ad Alcamo. Successivamente, il legale della signora Perricone ha chiesto al teste se conosceva Stefano Tugnoli (direttore dei servizi tecnici del Consorzio Ccc di Bologna). Il signor Vancini ha risposto positivamente. Poi, ha dichiarato di avere sottoscritto dei contratti con Cea e di avere conosciuto la società proprio attraverso il Consorzio costruzioni. Dopo, ha chiarito di conoscere la società Magara mediante i rapporti contrattuali con la Fedluc, ma di avere già sottoscritto un contratto con la stessa mediante Demostene. Il pubblico ministero, invece, ha interrogato il teste sui rapporti con la Magara e la sua amministratrice. Il signor Mancini ha spiegato di conoscere la società attraverso Mary Perricone e di avere conosciuto quest’ultima mediante la Cea, quando si occupava delle paghe dei dipendenti. Successivamente, il teste ha specificato la natura del loro rapporto e, quindi, di avere avuto una relazione con la stessa. In seguito, ha esposto la nascita della società Magara. La Fedluc infatti aveva stipulato un contratto di risultato con la Perricone per gestire un pacchetto di crisi aziendali, in quanto la signora aveva necessità di lavorare. Il teste Vancini ha inoltre affermato che Mary Perricone si interessava anche del mondo delle costruzioni. La dottoressa Penna ha domandato al teste se uno dei progetti in particolare fosse quello della Coimp ( amministrata dalla Perricone) e se si occupasse dei lavori della A29 e nello specifico della Galleria di Segesta. Il teste ne ha dato conferma. Poi, il pm ha chiesto dei chiarimenti in merito ad una conversazione telefonica intercettata, effettuata con Mary Perricone ed alla presenza di Mario Giardina (coinvolto nell’inchiesta ha patteggiato la pena). Il sostituto procuratore, in particolare, ha domandato al teste Vancini a chi si riferisse quando, interloquendo con Mary Perricone in merito ai lavori in questione, ha affermato che occorreva rivolgersi al “locale molto forte…” dal quale si dovesse sostanzialmente passare per far ottenere i lavori in subappalto a delle cooperative locali e per quale motivo non avesse pronunciato il suo nome. Il signor Vancini ha risposto che si riferiva ad Alessio Campione, il capoarea in Sicilia del Consorzio. L’avvocato Benenati ha chiesto infine al testimone se sapeva che dal ’96 al ’99 Pasquale Perricone è stato consigliere di amministrazione del CCC di Bologna. Il Vancini ha risposto negativamente.

L’avvocato Franco Messina, invece, ha voluto sentire il teste Pasquale Turano, editore di Video Sicilia, un’emettente televisiva alcamese. L’uomo è anche fratello dell’ex sindaco di Alcamo, Vito Turano, e zio dell’attuale assessore regionale alle attività produttive, Mimmo Turano. L’editore alcamese è stato interrogato in merito al seminario del luglio 2012 promosso dalla Promosud. Infatti, l’effettiva realizzazione dello stesso è stato messo in dubbio dalla procura di Trapani, anche a seguito delle informazioni ricevute dai soggetti che vi avrebbero dovuto partecipare, tra cui l’ex sindaco di Alcamo, Sebastiano Bonventre, l’ex assessore Ottilia Mirrione, Rosario Scardino, presidente del CNA di Alcamo, l’architetto Francesco Genova, direttore dell’ufficio provinciale del lavoro. Sentiti dai magistrati, durante le indagini, hanno affermato di non aver preso parte all’incontro. Il funzionario provinciale Genova  ha anche dichiarato di non avere mai delegato nessuno al suo posto e di non avere ricevuto alcun invito a riguardo, al contrario di quanto sostenuto da Emanuele Asta. L’editore dell’emittente locale succitato, nel corso dell’esame della difesa, ha raccontato invece che Video Sicilia ha effettuato la realizzazione di un servizio giornalistico sul seminario, di avere partecipato allo stesso e di ricordare tra i presenti proprio l’ex primo cittadino di Alcamo, ma di non ricordare altrettanto la presenza di Scardino e della Mirrione. Inoltre, Pasquale Turano ha affermato di conoscere gli enti di formazione professionale, Promosud ed Espet, e di averne pubblicizzato, attraverso degli spot televisivi, dei corsi, spiegando anche che le fatture con importo diverso tra quelle effettuate ai due enti, oggetto dell’interrogatorio, sono state il risultato del differente numero di spot andati in onda. Successivamente, è stata sentita la dottoressa Enza Giordano, selezionata dalla Regione Sicilia per certificare le spese dichiarate nel bilancio preventivo degli enti che hanno partecipato all’avviso regionale n.6 del 2009 e nello specifico di quelle del corso  “Il lavoro di fabbro in ferro” della Promosud. In merito a tali spese la procura ha ipotizzato il reato di falso in atto pubblico e truffa a carico dei soggetti coimputati nel processo, per l’appunto. La professionista ha specificato di aver incontrato presso la sede dell’ente di formazione, in via Goldoni ad Alcamo, Marianna Cottone, la consulente fiscale Francesca Cruciata, e qualche volta Pasquale Perricone, ma quest’ultimo non nell’ambito del progetto. Non ha ricordato invece Vitalba Palmeri, amministratrice anche della Dafne Consulting (anche questa facente parte della galassia di società riconducibile per l’accusa al Perricone), sentita nel corso del processo. Rispondendo al pubblico ministero, la teste Giordano ha affermato che nell’avviso 6 del 2009 era previsto l’obbligo dei preventivi per gli enti. Alla domanda poi del pm, se la fattura di una spesa effettuata nel 2012 poteva essere fatta nel 2014, ovvero successivamente, la teste ha risposto in maniera negativa. Invece, la professionista ha precisato che il pagamento può essere fatto anche dopo. Infine, è stato ascoltato Giovanni Rubino funzionario regionale che si occupa del servizio di rendicontazione regionale dei fondi UE. Marianna Cottone, in una conversazione intercettata, aveva riferito a Pasquale Perricone di avere informato il succitato funzionario e un suo collega sull’atteggiamento irriguardoso del personale ispettivo della Deloitte, società esterna alla quale la Regione siciliana ha affidato il controllo di primo livello dei suddetti fondi, ma di avere ricevuto delle rassicurazioni in quanto le controdeduzioni sarebbero spettate proprio all’assessorato alla Formazione. Il teste ha chiarito, nel corso dell’esame dell’avvocato Messina, che i timesheet di lavoro, nell’ambito della rappresentazione dei costi di rendicontazione dei progetti di formazione, previsti dall’avviso 6, erano obbligatori. Per la procura i timesheet forniti dalla Promosud sono ideologicamente falsi e finalizzati alla truffa in danno al FSE. Il legale della Cottone ha infine rinunciato a sentire il teste Giovanni Ortoleva, il collega del funzionario regionale. Durante l’udienza l’avvocato Ferro ha depositato la rinuncia ai testimoni Scuttari e Sammartino e tutti gli altri testi della lista, eccetto i consulenti Giuseppe Stabile e Melchiorre Stabile. La prossima udienza del processo è stata fissata per il 16 ottobre.

Linda Ferrara

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