Il ritorno di Ombra a Birgi: "Situazione difficile, ma sono ottimista. Serve coesione e velocità"

Vincenzo Figlioli

Il ritorno di Ombra a Birgi: "Situazione difficile, ma sono ottimista. Serve coesione e velocità"

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martedì 20 Agosto 2019 - 14:48

Ottimista, ma consapevole delle difficoltà con cui dovrà misurarsi. Questo lo stato d’animo con cui Salvatore Ombra si ripresenta alla guida di Airgest, a sette anni e mezzo dalla lettera di dimissioni, presentata l’11 gennaio del 2012. “Una scelta di cui non mi pento, perché non c’erano più le condizioni per lavorare in un certo modo”, sottolinea l’imprenditore marsalese, che però sottolinea di non aver mai smesso di pensare all’aeroporto di Birgi, intervenendo a più riprese sul dibattito pubblico riguardante il futuro dello scalo fino ad offrire la propria candidatura alla successione del dimissionario Paolo Angius. Il resto, è storia di questi giorni, con l’ok del presidente Musumeci e dell’assemblea dei soci.
Affiancato proprio da Angius, dal direttore generale Michele Bufo e dal componente del Cda Saverio Caruso, nelle due ore di confronto con i giornalisti Salvatore Ombra ha toccato tanti punti, mostrando chiarezza di idee sulle prime mosse del suo nuovo mandato. Inutile, naturalmente, aspettarsi miracoli per la stagione invernale, la cui programmazione resterà invariata con appena 5 voli. La vera scommessa riguarda la stagione estiva 2020, dove Ombra potrà verosimilmente contare su margini di manovra decisamente più ampi, grazie alla recente legge regionale che, superando la vecchia logica dei bandi, consentirà ad Airgest di trattare direttamente con le compagnie aeree, partendo dai 9,3 milioni di euro messi a disposizione dalla stessa Regione. L’avversario principale è però il tempo, visto che la Summer 2020 verrà delineata tra settembre e ottobre. Proprio per questo, il manager lilybetano ha sottolineato l’esigenza di agire “con velocità iperbolica”, perchè sul tavolo “c’è un paziente in gravi condizioni”. “Parleremo con tutti, da Alitalia fino alle start up”, promette Ombra, che non nasconde la propria speranza di tornare a coinvolgere maggiormente Ryanair, per cui spende parole al miele (“per me, resta la compagnia più affidabile”), ricordando il volume di passeggeri raggiunto sotto la sua presidenza e i risultati “iper eccellenti” conseguiti in quella stagione. L’obiettivo principale, naturalmente, è aumentare i voli, i passeggeri e, conseguentemente, le entrate per Airgest, attualmente davvero esigue rispetto ai costi di gestione. Tra le priorità individuate anche un riassetto della stazione aeroportuale, senza dimenticare la sistemazione della rotonda che precede l’ingresso allo scalo (“Sarà la prima cosa di cui parlerò con la Provincia”), da anni in condizione indecorose. Mentre al sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo, Ombra chiederà come mai non sono ancora state contrattualizzate le tratte aggiudicate con il bando pubblico dello scorso anno.
Il presidente di Airgest però guarda anche a un futuro un po’ più lontano: “Dobbiamo chiederci cosa faremo dopo il 2020/2021. La Regione non può continuare a finanziare strutture. Se vogliamo risalire la china, serve un’unione massiccia, granitica. L’aeroporto non può caricarsi l’economia del territorio, serve l’apporto di tutti”. Difficile immaginare in questa fase una fusione con l’aeroporto di Palermo (“parleremo, ma attualmente non ci sono le condizioni”), mentre il presidente uscente Paolo Angius (che non avrà più alcun incarico a Birgi) si mostra freddo sul decreto Toninelli sulla continuità territoriale (“ci sono altri strumenti che potrebbero consentire di strutturare l’aeroporto con un progetto di sviluppo duraturo”), rivendicando il lavoro fatto nell’ultimo anno e mezzo, in condizioni obiettivamente molto difficili per la società di gestione dello scalo.
Nel rispondere alle domande dei giornalisti, Ombra ha voluto replicare anche alle recenti dichiarazioni del sottosegretario Vincenzo Maurizio Santangelo, che dopo la sua nomina ha detto che avrebbe preferito altre figure. “Le sue dichiarazioni mi sono sembrate fuori luogo. Il principio di legalità mio padre me l’ha scolpito a sangue, mentre per quanto riguarda la mia nomina, non è detto che altri avrebbero fatto meglio di me. Detto questo, incontrerò il senatore Santangelo. Non voglio fare il politico, voglio fare l’imprenditore. Mettiamoci assieme se vogliamo intraprendere una strada nuova per questa provincia”.

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