Nuovi percorsi di visita vengono aperti e resi fruibili nel Parco archeologico Lilibeo grazie ai lavori di pulizia condotti dal Servizio XVI per il Territorio di Trapani (Forestali). Sin dallo scorso anno, infatti, è stato avviato un progetto organico di pulizia del verde in virtù di una Convenzione tra il Dipartimento dei Beni Culturali e quello dello Sviluppo Rurale, che ha consentito il mantenimento dello stato di decoro e la sicurezza dal pericolo di incendi nella vasta area demaniale di Capo Boeo e di altri siti archeologici quali le Latomie dei Niccolini, la Necropoli ellenistico-romana di via del Fante, la Necropoli punico-romana di via Struppa e l’abitato di via delle Ninfe.
L’accurato lavoro di diserbo dalle erbe infestanti, in fase di realizzazione, ha consentito anche di aprire un inedito percorso pedonale nell’area di Capo Boeo dall’Insula III alle Fortificazioni nord orientali, un’area di scavo molto interessante (scavi 2004 Soprintendenza di Trapani, scavi 2008-2009 Università di Amburgo e di Palermo) che ha restituito resti del fossato e della cinta muraria, una porta urbica con una strada pedonale lastricata (stenopos) e un lembo dell’abitato con pavimenti musivi e intonaci parietali. La pulizia del sito è stata motivata dalle esigenze della ricerca archeologica, condotta dalle Università di Amburgo e di Palermo in collaborazione con il Parco per la realizzazione della Carta archeologica di Lilibeo.
I lavori hanno comportato l’apertura di un varco nell’ex viale Piave, invaso dall’incontrollato sviluppo di Acacia horrida, che si dovrà eliminare, grazie anche alla collaborazione con il Comune di Marsala che curerà lo smaltimento dei residui organici, rendendo il viale interamente praticabile al più presto come percorso pedonale all’interno del Parco archeologico. La pulizia dell’area è stata resa possibile anche dalla fruttuosa sinergia 7/2019 – EC/MGG Pagina 1 di 2 istituzionale con il Comune, che ha provveduto alla pulizia delle aree libere dai monumenti, e dell’ESA (Ente di Sviluppo Agricolo) che ha curato il decoro della Plateia Aelia e del settore di scavo interessato dalle ricerche condotte dall’Università di Ginevra in convenzione con il Parco.