Ci ritroviamo a parlare ancora una volta di eventi, cultura, spettacolo e turismo. Ma non è colpa nostra, faremo anche a meno di rigirare il dito nella piaga. Purtroppo però, c’è chi vuole far parlare di sé. Questo è il caso della nostra cara Regione. La notizia passata qualche giorno fa è “La Regione siciliana punta sul turismo e sugli eventi” al fine di pubblicizzare il bando che promuove l’inserimento di iniziative e manifestazioni di associazioni, enti o altro, all’interno del grande calendario patrocinato dalla Regione stessa.
Evidentemente “puntare” e “finanziare” sono due cose diverse. Tra le tante belle parole, nell’ultima pagina del documento, l’articolo 7 all’ultimo rigo dice: “L’inserimento degli eventi nel Calendario non attribuisce comunque diritto ad alcun finanziamento regionale”. E qui casca l’asino. In pratica la Regione inserisce l’evento del singolo richiedente in calendario, quest’ultimo viene presentato nel corso di una conferenza stampa a Palermo e fine dei giochi. Chi aveva già fantasticato sul farsi finanziare eventuali progetti ed eventi rimarrà a bocca asciutta. Pare inoltre che l’Avviso per la presentazione delle istanze al fine di chiedere finanziamenti ad iniziative culturali sia stato sospeso a gennaio e da allora non ancora riattivato. Di contro, il 1° luglio di quest’anno, l’Ente guidato da Nello Musumeci ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un Avviso con i quali vengono definite le disposizioni per l’accesso ai contributi per l’anno 2019 per associazioni, fondazioni ed enti teatrali privati.
Un passo interessante per il vero, che ci porta a fare una domanda a chi governa questa isola: con quali criteri la Regione finanzia un progetto culturale piuttosto che un altro? Chi sono i reali beneficiari di ciò? Non sono favorevole ai finanziamenti a pioggia, e sembra abbastanza ovvio e onesto – in una società attuale che di irreprensibile ha ben poco – il perchè. Ma bisogna anche capire chi può beneficiare degli eventuali (va specificato il termine “eventuali, a questo punto) fondi da destinare alla cultura. Dilemmi che il neo assessore Manlio Messina dovrebbe risolvere, rimboccarsi le maniche e fare il bene di tutti, sia della sua Città, Catania, della Sicilia Orientale e di quella Occidentale sempre più bistrattata.
Non è che ci sia da stupirsi di tutto ciò. Nel nostro piccolo, vediamo che le cose non vanno per come dovrebbero andare. Ce ne accorgiamo quando usciamo dalla porta di casa, con la spazzatura che rimane lì sotto il sole, quando con l’auto svoltiamo la strada rotta. Ce ne accorgiamo sul lavoro, nel nostro Comune. Come ho sempre pensato, Marsala in quanto Città-territorio, in quanto piccolo centro e vasto, molto vasto circondario, si può considerare a tutti i livelli una micro-proiezione della Sicilia e dell’Italia. E se i bar e i ristoranti stanno vivendo sulla loro pelle il forte calo di turisti, così come i B&B, gli hotel, ecc., soprattutto in questa Città, vuol dire che qualcosa non funziona. Al di là degli eventi culturali che qua e là vengono organizzati grazie principalmente ad artisti locali, ad associazioni e ad un Parco archeologico, quello di Lilibeo, che vuole brillare sempre più, il problema principale è la mancanza di comunicazione. Marsala non sa comunicare, non si sa “vendere”, benchè di prodotti da esportare ne ha parecchi e non solo il vino. E anche lì, dovremmo uscire dalle vecchie logiche di marketing del “Wine&coso”. Rinnovatevi, rinnoviamoci. Ci vogliono professionisti capaci e idee nuove. Partiamo da qui.