Il 1 maggio è ormai è dietro l’angolo e, come spesso accade, fornisce l’occasione per tornare a parlare del mondo del lavoro. Proprio in questi giorni, la Cgil di Trapani ha inviato ai giornali in documento in cui torna a lanciare l’allarme sull’economia del territorio, definita “al collasso”, in seguito alla perdita di 12 mila posti di lavoro negli ultimi tre anni. Sulla situazione marsalese abbiamo chiesto un ulteriore approfondimento al segretario della Camera del Lavoro Piero Genco.
Dai dati in suo possesso, cosa possiamo dire sull’economia lilybetana?
La situazione è drammatica, anche se negli ultimi due anni si sono sbloccati due importanti cantieri pubblici, riguardanti le fognature e la rete idrica. Purtroppo però questi interventi, che garantiranno alla città servizi preziosi, non hanno dato il respiro sperato sul fronte occupazionale. Anche a Marsala la disoccupazione è altissima, intorno al 20%. Adesso c’è anche la situazione dell’aeroporto, che era diventato un autentico volano per la nostra economia, favorendo l’avvio di diverse attività collaterali, da ristoranti a bed & breakfast a conduzione familiare. Rischiamo di tornare all’anno zero.
Cosa servirebbe per invertire la rotta?
Nei prossimi mesi partiranno altri due lotti della rete fognante e interventi di edilizia scolastica per 1,5 milioni di euro. Ma ci sono tre cose in particolare che potrebbero esserci molto utili: il rilancio dell’aeroporto, il Porto della Myr e la bretella autostradale. Sono tutte cose che darebbero un forte impulso sia sotto il profilo occupazionale, che per quanto riguarda lo sviluppo socioeconomico. A breve terremo un incontro con le altre sigle per capire come andare avanti. Non si può rimanere a guardare. Se non riparte nulla, rischiamo la paralisi.
I dati sull’occupazione sarebbero ancora più preoccupanti se aggiungessimo anche tutti coloro che escono dalla nostra economia per andare a cercare lavoro altrove…
Ci sono centinaia di migliaia di persone che sono partite dalla nostra provincia per andare all’estero o al nord. Purtroppo, di fronte a questa situazione, la politica non fa investimenti, ma assistenzialismo…
Cosa pensa del Reddito di Cittadinanza?
Credo che aiuterà ben poco la vera povertà. La speranza è che non porti anche altra precarietà, visto che in Sicilia tra due anni ci ritroveremo con circa 400 navigator di cui non si saprà cosa fare. Da questo governo ci aspettavamo un maggiore impegno sulle politiche attive con investimenti sulle opere pubbliche piuttosto che sulle politiche passive. Se guardiamo alla Sicilia, ad esempio, ci sarebbe bisogno di tante infrastrutture, dall’ammodernamento della rete ferroviaria, ai porti e alle strade.
Il 1 maggio si ricorda anche la Strage di Portella della Ginestra. Un’occasione per riflettere sulla lotta alla mafia. Ritiene che la criminalità organizzata condizioni ancora molto l’economia del territorio?
Il nostro è un territorio permeato dalla mafia. Molti settori, molti appalti, continuano ad essere contaminati. Il clientelismo è ancora presente, come testimoniano le recenti operazioni Scrigno e Artemisia, da cui emerge come ci siano ambienti della politica e della mafia che sembrano ancora andare spesso di pari passo. Il 1 maggio per noi è la Festa dei Lavoratori, ma anche della Legalità, che fa parte dei nostri valori assieme all’antirazzismo e all’antifascismo, come abbiamo ribadito anche il 25 aprile assieme all’Anpi.
A proposito del 25 aprile: anche quest’anno è stato scandito dalle polemiche e dalla comparsa di scritte e simboli neofascisti. Al contempo, si registrano crescenti episodi di intolleranza nei confronti dei migranti. Sono fenomeni che la preoccupano?
Registriamo purtroppo tanti episodi che ci fanno pensare che il virus dell’odio razziale non sia mai stato debellato. Ci sono casi recenti, come il ragazzino ebreo a cui è stato detto “Riapriremo i forni crematori per te”, o altri che hanno riguardato neri o gay, che fanno pensare a una società gravemente malata. Le politiche dell’egoismo hanno ripreso il sopravvento. Dobbiamo essere bravi a contrastarle ogni giorno.
Chiudiamo ancora con Marsala, che tra un anno tornerà al voto. Cosa si augura per il futuro della città?
Mi auguro che continui ad essere un cantiere come adesso, con più lavoratori occupati. Mi auguro un’amministrazione comunale quanto più idonea possibile, che possa fare il bene della città, capace di intercettare finanziamenti europei per migliorare i servizi.