Scrive Diego Maggio sui fondi per l’edilizia scolastica destinati a Marsala

redazione

Scrive Diego Maggio sui fondi per l’edilizia scolastica destinati a Marsala

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sabato 09 Marzo 2019 - 19:22

Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata alla nostra redazione dall’avvocato Diego Maggio (per anni dirigente alla Provincia Regionale di Trapani), a proposito dei fondi per l’edilizia scolastica destinati alla città di Marsala.

Caro direttore,

da qualche tempo, in città, si fa un gran parlare del problema Scuole: dei doppi turni in corso, di quelli annunciati per il prossimo anno, della carenza di aule che assicurino ai nostri ragazzi il diritto allo studio, cioè delle insufficienti cubature (tetti e pareti) dentro cui possano spendere quelle energie psicofisiche finalizzate a conquistare quel “pezzo di carta”, dopo il quale… faranno la valigia per andare ad arricchire le Università del già ricco Nord.

Una coltre di silenzio è stata, pero, fatta calare su un pur recente e rilevante risultato concreto giunto nel Porto di Dio: sto parlando dei 38 milioni di euro in arrivo per l’edilizia scolastica marsalese che, a fronte degli autoreferenziali comunicati/stampa e interviste rilasciate dagli attuali inquilini delle stanze del potere comunale, sono stati in realtà ottenuti dagli uffici di ciò che rimane della vecchia Provincia. Ossia, da un Ente che, dall’estate del 2012 (e chissà per quant’altro tempo ancora), non viene governato da politici eletti, bensì sostanziato dal solo personale che vi lavora.

Vale qui la pena tentare di spiegare la distinzione fra “politica” e “amministrazione”. Sono concetti complementari – facce della stessa medaglia – ma attengono a momenti diversi e pur contestuali della vita di un ente pubblico.

Alla prima, infatti, viene demandata la “visione”: cioè il compito di dare un indirizzo, una linea direzionale attraverso direttive di volontà, insomma una via da seguire. Esempio-tipo: “Marsala diventi una città turistica!” è una affermazione politica (e – diciamolo – anche strumento almeno delle ultime dieci campagne elettorali amministrative).

Far sì che materialmente vi si trasformi (attraverso l’organizzazione della ricettività, la predisposizione di information points, la realizzazione di trasporti idonei, di piste ciclabili, di parcheggi, di una degna rassegna fieristica, di un evento vinicolo serio e continuativo, di una balneabilità attraente e diffusa, etc.) è “amministrazione”: cioè la effettuazione in concreto di tutte le azioni che possano realmente soddisfare quell’interesse pubblico e raggiungere fattualmente quell’obiettivo che la politica ha solo dichiarato o individuato o auspicato.

Far sì che arrivino i finanziamenti (magari bussando alle porte “giuste” per realizzare la “visione”) è politica.

Istruire i procedimenti, predisporre le Delibere e redigere i progetti è amministrazione.

In tutti i luoghi – come dire? – ordinari, i ruoli sono ben distinti. Tranne che dalle nostre parti, dove gli alfieri della politica cittadina  davvero non si capisce quale ruolo abbiano e cosa facciano di preciso (salvo a sostituirsi platealmente ai tecnici nell’illustrare – magari davanti agli altari delle chiese –- il nuovo piano di raccolta dei rifiuti). Mentre ben sappiamo cosa eroicamente fanno gli impiegati degli uffici, che si vedono costretti a far da supplenti alle carenze e alla retorica della prima.

Un esempio concreto? Prendiamo la scuola superiore, che è quel luogo dove per definizione si semina il futuro. Dovrebbe essere, per sua natura, terreno della politica. E, invece, a Marsala è stata curata dalla burocrazia: ma di quella provinciale. Che, pur con la tremenda crisi finanziaria e di identità che la attanaglia, oggi ha evidentemente ridato dignità ed accezione positiva ad un termine (e ad un ceto lavorativo) sempre vissuto come ingarbugliato e ottuso.

Eh sì, perché questa circostanza non è affatto emersa, nonostante le interviste che Sindaco e  assessori  comunali  rilasciano ciclicamente agli organi di informazione. Le cosiddette autorità cittadine si sono riempite la bocca parlando delle imponenti somme che “cambieranno il volto delle scuole marsalesi”, le quali vedranno arrivare la bellezza di 37 milioni di euro.

Ma cerchiamo di capire di che si tratta.

Il tema è che, dopo tanti anni, finalmente arrivano davvero i soldi per le scuole superiori siciliane. Si tratta di 250.000.000 euro a destinazione vincolata per la costruzione, in tutto il territorio regionale, di nuove scuole che soppiantano altre da demolire e per l’efficientamento di quelle già esistenti.

Di questi 250 milioni, ben 87 milioni se li è aggiudicati la provincia di Trapani e, all’interno di questa, oltre 35 milioni di euro vanno tutti a Marsala.

Nelle loro vanagloriose interviste, i politici marsalesi hanno perfino spiegato come questi soldi verranno spesi, quali sono i progetti, le priorità, gli indirizzi. Ma hanno sorvolato del tutto sull’origine di questa manna (che non viene dal cielo), glissando completamente sui meriti di un’operazione che invece ha una paternità precisa. Per scoprirla basta partire dal Decreto n.3484 del 1° agosto 2018 emesso dall’Assessorato Pubblica Istruzione e Formazione della Regione Sicilia, che rende pubblica la graduatoria degli interventi ammissibili a finanziamento da inserire nella nuova programmazione degli interventi in materia di edilizia scolastica per gli anni 2018/2020 (in attuazione dell’art. 10 D.L. 19.9.2013 n. 104 -convertito con Legge 8.11.2013 n. 128).

Se verifichiamo la graduatoria, se ne ricava che sono state presentate ben 13 istanze dal Servizio Edilizia Scolastica dell’ex Provincia di Trapani (per la cronaca, negli ultimi tre anni, questo è stato diretto da me e coordinato dall’altrettanto marsalese Arch. Antonino Gandolfo) per 13 progetti edificatori.

Tutte le “nostre” domande progettuali sono state considerate ammissibili: da qui l’imminente arrivo dei finanziamenti.

Per amor di precisione, ecco i fondi stanziati:

1) All’Agrario/Alberghiero “A. Damiani”                         5.800.000 euro;

2) Al Liceo Scientifico “Pietro Ruggieri”                           9.736.940 euro;

3) Per la realizzazione del nuovo Ist. Commerciale            9.850.000 euro;

4) Per la realizzazione del nuovo Istituto Industriale           9.800.000 euro;

5) Per l’adeguamento antincendio del “Pascasino”                  70.000 euro.

Ora, le somme sono queste e sui numeri c’è ben poco da “spardàre chiacchiare”.

Altrettanto certa è l’origine: le 13 istanze (cioè le richieste per ottenere i fondi) sono state tutte firmate dai “miei” uffici dell’ex Provincia di Trapani, senza alcun apporto (né tecnico, né politico) da parte dei Comuni (meno che mai da quello di Marsala).

Nessun merito ha la politica locale, dato che le progettazioni sono solo provinciali.

E Marsala si aggiudica circa il 40% dei fondi destinati all’intera provincia !

Una mole di finanziamenti mai così ingenti e concentrati sulla nostra città !

A questo punto, qualche considerazione s’impone:

Innanzitutto, si va diffondendo la consapevolezza che le Province (e lo si capisce solo ora che l’imminente dissesto in cui stanno sprofondando a causa del prelievo statale forzoso e per tutta l’operazione fallimentare della Regione Siciliana) servono eccome. Se dovessero morire per dissanguamento pilotato da Roma e Palermo, all’orizzonte non si scorge nessuno che ne rileverà le competenze in materia di scuole, strade e servizi sociali

In secondo luogo, quel che ne rimane funziona nonostante il fatto che il nostro Libero Consorzio dei Comuni sia commissariato da quasi sette anni (e da altrettanti anni ne sono stato l’unico dirigente di ruolo).

Infine, dobbiamo ricrederci sulla cosiddetta “burocrazia”: che questa volta – pur se tal nome suoni bieco, come di “incartamento” – ha supplito alle vuotaggini parolaie di una classe politica che, quanto a qualità, dalle nostre parti latita più dei ricercati di mafia.

Diego Maggio

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