Banksy e il diritto d’autore

redazione

Banksy e il diritto d’autore

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mercoledì 19 Dicembre 2018 - 10:54

Tema attuale e controverso mercoledì 13 dicembre nei cinema d’Italia e anche a Marsala al Cinema Golden per il consueto appuntamento con i docu-film dedicati all’arte. Questa volta si tratta dell’arte di strada, la street art di cui Banksy, writer ignoto per identità a tutto il mondo, ne rappresenta l’espressione per antonomasia. Il taglio che il regista Marco Proserpio ha inteso dare al suo film “L’uomo che rubò Bansky” è stato quello di mettere in luce un aspetto particolare della street art, la ormai diffusa tendenza di prelevare dalla strada le opere murarie eseguite dagli artisti senza il loro consenso, ed in questo campo i murales di Banksy sono fra i più ricercati. La natura di questa recente tendenza sta nel dubbio di alcuni se lasciare le opere sui muri, col rischio che vengano deturpate, oppure rimuoverle ed esporle al sicuro nei musei, o addirittura come il caso del film, venderle e metterle all’asta: un mercato illegale ancorché spettacolare.

La finalità della street art è quella di rappresentare un museo a cielo aperto fruibile gratuitamente da tutti senza limiti di orario. Ma è pur vero che c’è chi, in virtù di una propria interpretazione, cerca di oscurare i murales, soprattutto quelli di Banksy che sono finalizzati ad evidenziare messaggi a sfondo satirico su argomenti come la politica, la cultura e l’etica di forte impatto sociale. La scelta del regista si muove nel campo di una riflessione su diritto d’autore per le opere della street art, trattando una controversa opera di Banksy realizzata in Palestina nel 2007, un murale firmato dall’artista. Il titolo ‘Donkey’s Documents’, rappresenta un soldato israeliano che controlla i documenti ad un asino, è probabilmente un messaggio provocatorio che mira ad abbandonare il rituale di continua certificazione di identità. La proiezione del film è stata preceduta dalla presentazione del professore Enzo Campisi, docente di arte e pittore marsalese, che si è soffermato sulla street art e le varie espressioni esecutive ed in particolare sull’attività di Banksy. La storia del muro asportato non è ancora finita ed è narrata con entusiasmo, sotto vari profili e punti di vista, attraverso interviste di molti attori di questa avvincente narrazione, il tassista e il committente innanzitutto in quanto autori della rimozione, e poi alcuni critici d’arte, avvocati, artisti di murales e anche alcuni cittadini. Il film è stato girato nell’arco di sei anni, e segue il percorso del murale che da Betlemme, in Palestina, raggiunge un collezionista di Copenhagen, e poi continua anche Londra e Los Angeles, per adesso il pezzo muro prezioso è in ‘stand by’, solo il tempo ci potrà fare conoscere come andrà a finire.

Maria Grazia Sessa

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