Monet e il fascino universale della natura

redazione

Monet e il fascino universale della natura

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venerdì 30 Novembre 2018 - 17:36

Continuano i mercoledì sera dedicati all’arte al Cinema Golden di Marsala. Il 28 novembre è stato in proiezione il docu-film ‘Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e di luce’ del regista Gianni Troilo. Una vera e propria magia, così appaiono allo spettatore le opere che Monet dedicò alle ninfee, piante acquatiche tra i pochi fiori che illuminano il paesaggio stando sulla superficie dell’acqua, come i fiori di loto, specie diversa ma spesso associata per alcune caratteristiche simili. L’influenza della cultura giapponese non si può escludere dalla formazione dell’artista, così come avvenne per quasi tutti i pittori francesi. Claude Oscar Monet, pittore parigino considerato fra i fondatori dell’Impressionismo francese, vissuto a cavallo dei due secoli (1840-1926), trascorse sin dall’infanzia la sua vita in una località della Normandia vicino al mare e alla campagna che sicuramente lasciarono una indelebile traccia nella sua pittura, alunno incompreso dalla scuola preferiva trascorrere le giornate in giro per i paesaggi normanni. Col seguire degli anni viaggiò molto e conobbe luoghi diversi che arricchirono la sua ‘visione del mondo’. Il film vuole porre la lente di ingrandimento su uno degli aspetti che caratterizzarono il lavoro artistico e la fama di Monet: la passione per le ninfee, nata nella sua residenza di Giverny. Fu lì che egli decise di coltivare questi fiori esotici, nel lago del suo giardino e dipingerli en plein air dal 1895 in poi, dando enfasi all’effetto che questi fiori galleggianti dai petali carnosi assumevano nei diversi momenti di luce della giornata e delle stagioni.

La proiezione è stata preceduta da una introduzione di Antonella Pantaleo, marsalese, docente di Storia dell’arte, che ha illustrato i particolari della vita e del lavoro di Monet delineando nel contempo le caratteristiche dei pittori impressionisti di cui egli rappresentò la massima espressione. Il film è un vero e proprio viaggio condotto con la collaborazione di uno staff prestigioso di esperti, lo scrittore Ross King, autore del best seller Il mistero delle ninfee, la fotografa Sanne De Wilde e la giardiniera della Fondation Monet, Claire Hélène Marron, che si muovono in uno scenario di narrazione condotto dall’attrice Elisa Lasowski, attraverso i luoghi in cui sono conservati i capolavori frutto di questa vera e propria ossessione, il Musée Marmottan, il Musée de l’Orangerie e il Musée D’Orsay, Giverny con la Fondation Monet, la casa e il giardino dell’artista. Ma perché le Ninfee di Monet sono così amate dal pubblico, tanto da avergli assicurato l’immortalità fra i posteri? È pur vero che l’acqua, la luce, i colori, la natura, sono tutti elementi che appartengono ad un linguaggio comunicativo universale, quello delle immagini e delle sensazioni, comune a ogni essere umano, un linguaggio insomma che supera qualsiasi differenza di lingua tra i popoli. Il film è stato una piacevole visione di un preciso periodo di produzione di Monet e ancora una volta ha riproposto e rinforzato la valenza immortale delle sue memorabili tele con le ninfee che fanno da protagoniste.

Maria Grazia Sessa

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