Il Consiglio comunale di Alcamo dice “no” alla presa in carico della rete idrica EAS

redazione

Il Consiglio comunale di Alcamo dice “no” alla presa in carico della rete idrica EAS

Condividi su:

venerdì 23 Novembre 2018 - 16:46

Il risultato negativo della votazione potrebbe non essere sufficiente ad evitare la cessione della condotta dell’Ente Acquedotti Siciliani al Comune di Alcamo. Una risposta dovrebbe arrivare il 6 dicembre prossimo con la sentenza del TAR, dopo il ricorso di alcuni comuni della provincia di Trapani. Prima della deliberazione sono state trattate dall’Aula Falcone-Borsellino quattro interrogazioni della minoranza.

Con  14 voti contrari ( 11 M5S, 1 Sicilia Futura, 1 ABC-Alcamo Cambierà, 1 PD) 2 a favore ( Rita Norfo dell’UDC e Giacomo Sucameli di Sicilia Futura) e un astenuto ( il democristiano Saverio Messana), è stata respinta la proposta di delibera sulla presa in carico della rete idrica EAS, l’Ente Acquedotti Siciliani che è in liquidazione dal 2004. Dopo Erice, Partanna e Salemi, anche il Comune di Alcamo ha detto “no” a quello che è stato definito nel corso degli anni un vero e proprio “carrozzone” siciliano, in passato coinvolto anche nell’invio delle “bollette pazze”. A seguito della legge regionale n°16 del 2017, l’EAS avrebbe dovuto provvedere, nel termine di 30 giorni dalla entrata in vigore della stessa “alla consegna degli  impianti e delle reti idriche al comune o al consorzio dei comuni interessati, a seconda che gli impianti siano a servizio di uno o più comuni, che ne assumono la gestione, con oneri a carico della tariffa del servizio idrico integrata”. Essendo scaduto tale termine, l’Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, ha nominato un commissario ad acta per la presa in consegna degli impianti (il dottore Angelo Sajeva per Alcamo). Le procedure dovevano concludersi il 31 ottobre del 2018. Il Consiglio comunale ha dunque discusso, ieri sera, sul provvedimento amministrativo che ha ricevuto parere negativo dall’ufficio tecnico e dalla IV commissione consiliare competente in materia. Positivo, invece, è stato il parere rilasciato dal tesoriere dell’ente, il dottore Sebastiano Luppino. Secondo quanto riportato in Aula Consiglio dall’ingegnere Enza Anna Parrino, l’EAS ha fornito agli uffici una documentazione carente e non è stato possibile valutare gli effetti economici e patrimoniali che il Comune dovrebbe sostenere per finanziare e gestire la condotta in termini di manutenzione ordinaria, straordinaria, di ristrutturazione. Assenza di planimetrie, descrizione sintetica della rete e dei  contatori (721), alcuni senza nominativo e fuori il territorio comunale, mancanza di documentazione dei collaudi e dei terreni che la condotta attraversa, sono alla base delle criticità riscontrate. La condotta sovracomunale, infatti, è lunga circa 9 km e parte dal serbatoio “Rapillo Basso” di Castellammare del Golfo ( che condivide con Alcamo questa rete), e si estende fino al c.d. Bottino, comprende due bretelle e 4 diramazioni, delle quali non è chiara la cessione con le rispettive valvole e la loro proprietà. L’ente alcamese gestisce autonomamente il resto delle condutture della città. Dunque, rispetto ai succitati enti, soggetti alla totale amministrazione della rete da parte dell’EAS, la situazione del Comune di Alcamo è diversa.

La presidente della commissione ambiente, Rosalba Puma (M5S) ha affermato sulla documentazione presentata dall’ Ente Acquedotti Siciliani “Lo dicono anche loro nelle carte, non è che rendono la cosa appetibile. Cioè, loro stessi dicono «non abbiamo planimetrie da darvi». Non chiariscono che cosa ci danno: condotta, diramazioni. Abbiamo visto che le 721 unità sono sparse in modo più disparato. In commissione abbiamo visto queste carte e non abbiamo potuto che dare, i presenti, parere negativo”. La consigliera pentastellata si è chiesta anche come è stato possibile esprimere il parere contabile positivo. Il dottore Luppino ha spiegato, seppure il parere positivo non lo richieda, che la copertura riguarda gli interventi già programmati per la rete idrica. Ma come ha fatto osservare il consigliere comunale Gino Pitò, di ABC-Alcamo Cambierà, “Evidentemente, quelle cose che sono programmate per la rete idrica di Alcamo, riguardano la rete alimentata dal Bottino. Nessuno sa, come dice giustamente l’ingegnere Parrino, quanti pozzetti ha quella rete. E soprattutto non sa se la rete è di politilene o di ghisa e, quindi, quando lei programma gli interventi è impossibile che abbia previsto che andava fatto”. Dopo ha aggiunto “A me sembra che sia la certificazione del fallimento dell’impostazione della Regione. Cioè è una follia totale, mi sembra come le grida manzoniane”, e poi, “La delibera va bocciata. A me quello che preoccupa, è quello che succede domani mattina. Domani mattina arriva il commissario e dice «ok, adesso l’approvi»”. L’esponente del gruppo federato ABC-Alcamo Cambierà ha poi invitato la giunta Surdi ad intraprendere un dialogo con il comune di Castellammare del Golfo.

Tuttavia, il risultato negativo della votazione potrebbe non essere sufficiente ad evitare la cessione della condotta dell’Ente Acquedotti Siciliani al Comune di Alcamo, come ha spiegato nel corso della seduta consiliare il segretario comunale, il dottore Vito Bonanno. Una risposta dovrebbe arrivare il 6 dicembre prossimo con la sentenza del TAR, dopo il ricorso di alcuni comuni della provincia di Trapani. Infatti, potrebbe essere sollevata la questione dell’incostituzionalità della legge regionale suddetta. Il capogruppo dell’UDC, Saverio Messana, ha affermato in merito “Se questa legge è costituzionale, cioè non formata da incostituzionalità, attenzione, questo tratto, così andrà a finire (a noi ndr). Noi abbiamo problemi minimi rispetto ad Erice, perché Erice è tutto pieno di EAS, come altri comuni. Noi fortunatamente nella nostra situazione abbiamo problemi minimi ed è giusto che il Consiglio queste cose le sa, perché, sì, ci hanno praticamente imposto questa situazione tramite la chiusura dell’EAS, però, hanno messo a disposizione eventualmente gli operai, quelli che sono sul posto, ma lo dice qua la citata legge, attenzione. Volevo chiarire questo al Consiglio Comunale per prendere poi le decisioni serenamente”. In realtà, come specificato dal dirigente della direzione 4, Anna Parrino, è previsto l’affiancamento e non il passaggio del personale Eas per un determinato periodo. La legge regionale del 2017, al fine di evitare interruzioni del pubblico servizio per l’avvio della gestione da parte dei comuni, ha previsto anche la concessione di un’anticipazione ( 1 milione di euro) da restituire in 10 anni, per il triennio 2017-2019. È stato l’assessore al Servizio Idrico Integrato, Vito Lombardo, a prendere la parola e lanciare un messaggio a Palazzo d’Orleans “La responsabilità se la deve prendere politicamente e amministrativamente la Regione Sicilia, non può essere addossata ai singoli comuni. Significa, veramente, scaricare la responsabilità sugli altri. La responsabilità ce l’ha la Regione e se la deve assumere in toto”, ha affermato. Dai banchi dell’opposizione è intervenuto il capogruppo di Sicilia Futura, Giacomo Sucameli, il quale, invitando i colleghi ad una riflessione, ha dichiarato “Alle volte bisogna anche scommettere, bisogna avere anche un po’ di intuito in politica, come diceva l’amica mia, la consigliera Norfo”. E poi ha aggiunto “Io credo che potrebbe essere questo il momento in cui si può azzardare, nonostante ci siano delle difficoltà”. Infine, il rappresentante politico di Sicilia Futura ha concluso “La mia dichiarazione di voto è quella di essere favorevole all’acquisizione della rete idrica dell’EAS”. La consigliera comunale Caterina Camarda (ABC-Alcamo Cambierà) ha invece affermato “Noi qua incorriamo in un aggravio. Innanzitutto, andiamo incontro ad un’inconsapevolezza, un punto interrogativo di cui non ci possiamo assumere questa responsabilità. Non si sa che impatto avrà, vista la carenza documentale, non sappiamo che impatto avrà questa cosa sulla cittadinanza, diciamola tutta: oneri a carico della tariffa idrica (pagata dai cittadini)”, suggerendo poi un ricorso al TAR anche dell’ente.

Prima della deliberazione sono state trattate dall’Aula Falcone-Borsellino quattro interrogazioni della minoranza. Due sono state presentate dal consigliere comunale Gino Piò: la prima, sugli incentivi ai cittadini che portano i rifiuti al CCR; la seconda, sullo smaltimento dei RAE. Le altre due interrogazioni sono state avanzate dall’esponente di Sicilia Futura, Giovanni Calandrino, ed hanno riguardato la possibilità di realizzare delle tettoie nei pressi delle scuole e la cura degli spazi interni ed esterni del centro diurno anziani A. Messana. Un’ulteriore interrogazione, a firma di Giacomo Sucameli, è stata invece rinviata al prossimo Consiglio comunale.

Linda Ferrara

Condividi su: