Siamo agli inizi del mese di maggio; mese dedicato a far rifiorire la nostra devozione verso la Vergine Maria e a riscoprire le virtù cristiane vissute in maniera eroica da S. Rita, fino al punto di meritare la proclamazione solenne della sua santità da parte della Chiesa. Molto spesso ci siamo sorpresi a riflettere sulla santità della vita come espressione di ascesi verso la meta alta cui Gesù chiama tutti i suoi discepoli per perseguire il progetto del Padre che vuole condividere con le sue creature la vita eterna.E’ un’intrinseca necessità per i cristianidiventare “santi”, perché il Signore con la Sua parola ci esorta: “Siate Santi perché Io sono Santo”. Tutti concordiamo sulla bontà della proposta, ma per la nostra nota accidia ricorriamo a un comune sotterfugio mentale secondo il quale “ I Santi sono già nati santi”, quasi predestinati a raggiungere i gradini più alti della vita cristiana. Non è proprio così.
Circola un detto tra gli addetti ai lavori che recita: “I Santi non sono i più perfetti ma i più coraggiosi”. Coraggio, se bene inteso, significa umiltà.Richiede impegno per convincersi che la buona volontà da sola non basta. Invocare l’aiuto da parte di Dio è condizione indispensabile, perché “senza di me non potete far nulla”. Il coraggio esige l’umiltà. Non è facile uscire da se stessi, rinunciare ai propri interessi e rinnegare il personale egoismo per far posto a una nuova categoria mentale secondo la quale la santità è solidarietà con i fratelli perché figli di Dio, insieme ai quali ci siamo incamminati, uniti in Cristo Signore, a realizzare il progetto di santità che Egli ha da sempre pensato per ciascuno di noi. Il coraggio nell’umiltà ci introduce, in punta di piedi, in una più profonda conoscenza di Dio-Trinità di amore eterno e ci fa crescere nella consapevolezza che ogni istante della nostra esistenza in questo mondo va vissuto quale dono gratuito di Dio in qualunque stato di vita Egli ci chiama. La santità si costruisce vivendo in modo straordinario le realtà ordinarie del vivere quotidiano perché sono gesti ed espressione della volontà paterna di Dio. La santità di Rita da Cascia nel contesto familiare della sua vitadi sposa e madre si sviluppa nella semplicità e laboriosità: “Allevare cristianamente i figli, occuparsi dei vecchi genitori finché vissero, governare la casa e curare l’orto, attendere la sera Paolo (suo sposo) che rientrava dopo una giornata di occupazioni non sempre tranquille, rasserenarlo, ristorarlo e fargli trovare tutto pronto come ogni buona moglie deve fare. Rita non avrà avuto molto tempo per sé e per la preghiera, ma probabilmente tutta la sua vita era una preghiera”.
Questo breve schizzo nel complesso quadro esistenziale di Rita nel piccolo villaggio di Roccaporena potrebbe ferire la sensibilità delle donne del nostro tempo, che lottano ancora oggiper mantenere saldo il valore della libertà e della uguaglianza nei vari ambiti sociali nei quali svolgono le più svariate attività umane. Un confronto tra le due epoche, a motivo delle abissali differenze esistenti, è impresa ardua. E’ necessario indagare per capire qual è l’elemento comune che costituisce la base dalla quale trarre vigore per proseguire il cammino sulla strada maestra che permette di arrivare alla meta.
Nel piccolo mondo, semplice e umile in cui Rita visse, si sente il calore dell’amore e della dedizione disinteressata a Dio e,in Dio, al prossimo nel quale si può sempre scorgere la traccia, molte volte nebulosa, della somiglianza con Dio. Le vie da percorrere e i modi da usaresono specifici di ogni epoca e di ogni cultura, ma la base di partenza (l’amore del Padre), la comunione con il Figlio Gesù Signore che ha offerto la sua vita per noi, la “grazia” dello Spirito Santo che ci permette di pregustare le realtà soprannaturali ( pace e gioia) sono sempre le medesime in tutte le epoche e per tutti gli uomini. Il collante fondante è la preghiera, che si può definire sinonimo d’amore e, quindi, di santità. Diventare santi è possibile. Santa Rita con la sua vicenda umana ne è un esempio.Preghiamo il Signore insieme a S. Rita. Ella è la santa che ha saputo superare le difficoltà che sembravano insuperabili con fede incrollabile e salda fiducia riposta in Dio.