Omicidio Mirarchi, continua il processo. Furono tre le armi che spararono contro il maresciallo

redazione

Omicidio Mirarchi, continua il processo. Furono tre le armi che spararono contro il maresciallo

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lunedì 09 Ottobre 2017 - 18:33

In gran parte dedicata alle risultanze dell’esame Stub l’udienza del processo Mirarchi che si sta celebrando presso la Corte d’Assise di Trapani. Il procedimento, attualmente, è caratterizzato dall’escussione dei testi della difesa. Oggi sono stati sentiti i marescialli Carullo e Romeo, gli appuntati La Macchia e Pipitone e il maggiore Merola. Quest’ultimo ha ripercorso le tappe che relative alle indagini condotte subito dopo l’omicidio del maresciallo Mirarchi, confermando gran parte delle dichiarazioni rese in precedenza alla stessa Corte d’Assise dal tenente Minicucci. L’appuntato Pipitone ha ricostruito l’attività d’indagine legata all’esame dei filmati del sistema di videosorveglianza in ordine agli spostamenti della vettura dell’imputato Nicolò Girgenti (accusato di aver sparato mortalmente a Mirarchi), mentre il maresciallo Carullo si è soffermato sull’analisi dei frammenti di alcuni reperti.

Come detto, sono state le risultanze dell’esame Stub effettuato dal Ris a caratterizzare buona parte dell’udienza: l’appuntato La Macchia e il maresciallo Romeo hanno evidenziato che la particella di polvere da sparo rinvenuta addosso a Nicolò Girgenti non è equiparabile né compatibile per conformazione e composizione chimica con le particelle e le sostanze chimiche utilizzate nei pressi dell’azienda agricola. Tuttavia, la particella trovata addosso a Girgenti sembra riferibile a bossoli nichelati tipici di una pistola a tamburo e non della semiautomatica (calibro 38 special o 357 magnum) che avrebbe ucciso Mirarchi. La difesa dell’imputato, rappresentata in aula dall’avvocato Genny Pisciotta, fa inoltre notare che non è stato escluso dai Ris che la particella trovata addosso a Girgenti possa essere frutto di trasferimento da contatto. Toccherà alla Corte valutare con precisione. Nel frattempo, il pm Anna Sessa ha cambiato il capo d’imputazione, prevedendo che a sparare verso Mirarchi siano state tre armi (una semiautomatica e una pistola a tamburo) e non due come inizialmente previsto.

La prossima udienza è prevista per il 13 novembre: nell’occasione saranno sentiti il medico legale Procaccianti e altri testi della lista del pm.

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