Sono state raccolte 280 firme durante la seduta consiliare di lunedì, su iniziativa della Consulta giovanile, per sollecitare il commissario provinciale Raimondo Cerami a revocare la decisione di non rinnovare l’affitto dei locali della scuola Vito Fazio Allmayer ed evitare quindi il trasferimento degli alunni a Calatafimi
È durato più di due ore il Consiglio comunale aperto svoltosi nel tardo pomeriggio di lunedì, presso il Centro Congressi Marconi, nel corso del quale la Giunta Surdi, i consiglieri comunali, i deputati regionali Mimmo Turano (UDC) e Valentina Palmeri (M5S), i sindaci dei comuni limitrofi e i rappresentanti dell’istituzione scolastica, che rischia il trasferimento della sede, si sono riuniti per ribadire il “no” alla decisione presa dal commissario provinciale Raimondo Cerami.
Nella seduta pubblica promossa dal presidente dell’Aula consiliare, Baldo Mancuso, si è espresso un generale dissenso nei confronti della direttiva, emanata dal commissario straordinario del Libero Consorzio Provinciale, con la quale si fa strada la possibilità di rescissione dal contratto di affitto dei locali dell’istituto scolastico Vito Fazio Allmayer, sito in Viale Europa, che ammonta a 206 mila euro. Tale opzione verosimilmente verrà intrapresa in maniera definitiva se non si troverà una soluzione alternativa entro la fine del mese. In tal caso, gli studenti del Liceo Allmayer, circa 700 iscritti in tutto, entro il 2018 dovranno trasferirsi nei locali siti in Contrada Sasi di Calatafimi con costi non indifferenti per le famiglie, per i docenti e per il personale amministrativo.
Una decisione, quella presa dal commissario Cerami, che è arrivata in città come un fulmine a ciel sereno, suscitando la preoccupazione del dirigente scolastico Vito Emilio Piccichè, il quale ha allertato subito i rappresentanti delle istituzioni politiche locali, e non solo. È nata proprio nell’ambito di una riunione con i rappresentanti dell’istituzione scolastica, l’idea del presidente del Consiglio comunale, Baldo Mancuso, di coinvolgere, attraverso una seduta consiliare aperta, tutta la città e accogliere le proposte da inoltrare al commissario straordinario. Nel corso del Consiglio Comunale di ieri è intervenuto il sindaco Domenico Surdi il quale ha ribadito che “l’Allmayer non si tocca”. Il sindaco ha inoltre criticato la scelta del commissario Raimondo Cerami sia nel merito che nel metodo. Infatti, per il primo cittadino lo spazio temporale di un anno, per un eventuale dislocamento della scuola, non può essere ritenuto consono alle esigenze di un istituto scolastico. Inoltre, secondo il sindaco Surdi, proprio perché ci si trova in una fase di attesa delle elezioni del libero consorzio o addirittura del rispristino delle province da parte della Regione, la scelta di rescissione dal contratto non può avvenire tramite lettera (inviata al primo cittadino il 5 luglio scorso) e non può essere proposta se non da soggetti che hanno una legittimazione, seppur indiretta per quanto concerne il caso del libero consorzio. Il sindaco Surdi, dunque, ha affermato che, in mancanza di un piano di sviluppo alternativo, la provincia deve assicurare il mantenimento dell’affitto dell’istituto Allmayer.
Nel dare il suo contributo, invece, il preside Vito Emilio Piccichè, ha esposto la storia del Liceo, i suoi innumerevoli trasferimenti da una sede all’altra, la crescita dell’istituto scolastico dalla fondazione, avvenuta nel 1963, ad oggi. Poi, ha sottolineato gli svantaggi economici derivanti dal dislocamento della sede dell’Allmayer visto che, a cominciare dai trasporti pubblici per tutti gli alunni (inesistenti ad oggi), si creerebbero dei disagi non indifferenti. Alcamo, poi, costituisce un punto di riferimento per gli studenti dei comuni limitrofi. Per tale motivo, i sindaci di Calatafimi – Vito Sciortino – di Castellammare – Nicolò Coppola – di Balestrate – Vito Rizzo – hanno espresso il loro sostegno nei confronti dell’istituto Allmayer e manifestato la contarietà al provvedimento del commissario Cerami. Sulla questione, l’onorevole Valentina Palmeri è intervenuta dichiarando di aver presentato all’ARS una interpellanza in merito con la quale si è chiesto al governo regionale di farsi parte attiva affinché venga rivista la priorità di scelta del trasferimento del Liceo statale Vito Fazio Allmayer. Il collega Mimmo Turano, ex presidente della provincia di Trapani, ha sottolineato il fatto che con l’eliminazione delle province e la trasformazione delle stesse in liberi consorzi si sono create le difficoltà che attualmente la scuola Allmayer sta attraversando. Dunque, l’assenza di un interlocutore politico, secondo l’onorevole Turano, è stata penalizzante per tale istituto, anche se con le elezioni del libero consorzio del prossimo anno detti ostacoli potrebbero essere superati. Come è stato più volte sottolineato, però, il problema della sede dell’Allmayer non è di recente costituzione. Dal 1963 la politica non ha saputo far fronte all’esigenza di creare e investire nella costruzione di locali idonei per la scuola, preferendo pagare degli affitti che oggi la provincia non può più permettersi. Ad Alcamo, negli anni‘90, erano state individuate delle zone dove poter costruire un eventuale istituto scolastico, ad esempio in via Maria Riposo, come ha ricordato nel suo intervento il consigliere comunale Gino Pitò (ABC-Alcamo Cambierà). Tuttavia, la sigla sindacale Cisl presente al Marconi ha ricordato che i siti individuati in passato per edificare l’istituto scolastico si erano rivelati inappropriati dal punto di vista geologico e per tale motivo non sono mai stati realizzati. Inoltre, anche tra le proposte alla soluzione avanzate dal Movimento ABC, comunque, è emersa quella un po’ condivisa dalle diverse forze politiche presenti e cioè di prevedere l’utilizzo delle classi elementari oggi in disuso per accogliere gli studenti dell’Allmayer. Detta soluzione, però, non può che rappresentare un “tampone” nel breve periodo.
Nel corso dell’incontro aperto è intervenuto anche uno dei proprietari dell’immobile che attualmente ospita il Liceo Allmayer, il signor Corso, il quale ha annunciato l’intenzione di voler vendere l’edificio. Nessun cenno, però, è stato fatto per quanto concerne le somme richieste per l’acquisto. Un problema non indifferente se si considerano le poche risorse economiche disponibili sia a livello provinciale che locale. Sempre nell’ambito del dibattito sono intervenuti i rappresentanti della Consulta giovanile, di recente costituzione, i quali hanno lanciato una petizione da sottoporre al commissario Raimondo Cerami. Sono state già raccolte 280 firme nella serata di ieri. Altri contributi nel corso della serata sono stati dati dalla professoressa Messina, i consiglieri comunali Calandrino e Ruisi, gli assessori Ferro e Scurto.
Linda Ferrara