Curioso caso per una donna di nazionalità polacca, sposata con un uomo di origini marsalesi. I due si sono sposati a Varsavia e la moglie, potendo scegliere il cognome da portare una volta sposata – secondo quanto previsto dalla normativa del paese – ha optato per quello del marito. Qualche anno dopo la donna ha ottenuto riconoscimento della cittadinanza italiana ma in anagrafica è stato riportato il suo cognome di battesimo. Ciò ha comportato, per diversi anni, la sussistenza di un cognome diverso a seconda che si trovasse in Italia o in Polonia, con evidenti disagi di carattere burocratico. Nel gennaio del 2017 la donna aveva avanzato un’istanza per ottenere il cambiamento del cognome, ma la sua richiesta è stata rigettata. Successivamente ha affidato il caso all’avvocato del Foro di Marsala Ornella Maria Cialona. “L’articolo 25 del codice di famiglia polacco del 25 febbraio del 1994 – evidenzia l’avvocato – consente ai coniugi di scegliere quale cognome portare a seguito del matrimonio.

Tale legge, in quanto non italiana, è considerata nel nostro Paese “lex specialis” e, pertanto, prevale sulla legge nazionale, secondo quanto disposto dall’art. 24 della l. 218/1995 (legge di riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato). La modifica arbitraria ed ingiustificata del cognome della signora a seguito dell’acquisto della cittadinanza italiana ha, in tal modo, rappresentato una gravissima violazione della suindicata norma”. Pochi giorni fa, la Prefettura di Udine (provincia in cui ha avuto l’ultima residenza il marito), accogliendo le motivazioni evidenziate dal legale marsalese, ha emesso decreto, modificando il cognome della donna come la stessa aveva scelto, secondo quanto previsto dalla legge dello Stato in cui si è celebrato il matrimonio. Si tratta della prima volta che un’istanza del genere viene accolta in Italia.