Cinque anni complicati per Trapani. Segnati dalle difficoltà affrontate dall’amministrazione Damiano fin dal suo insediamento nei rapporti con gli alleati, che di fatto hanno condizionato l’azione amministrativa della giunta. In pochi avrebbero immaginato, però, che la campagna elettorale avrebbe regalato ulteriori colpi di scena ed elementi di complessità destinati a lasciare crepe profonde nel futuro amministrativo e politico della città. Il futuro di Trapani, a poche ore dal ballottaggio del 25 giugno, si presenta dunque pieno di punti interrogativi. L’unica certezza è che saranno gli ultimi giorni da sindaco per Vito Damiano, in attesa di sapere se il suo successore sarà un candidato eletto dai cittadini o un commissario nominato dalla Regione.
Partiamo proprio dal ballottaggio di domenica: andrà a votare?
Non lo so. Deciderò al momento.
Che idea si è fatto degli eventi delle ultime settimane a Trapani, rispetto alle vicende giudiziarie di D’Alì e Fazio e a questo ballottaggio che presenta un solo candidato, Piero Savona, sulla scheda elettorale?
I fatti di questi ultimi giorni sono la conseguenza di decisioni non assunte dai due candidati (D’Alì e Fazio ndr) nell’immediatezza. Per ragioni di opportunità e senso delle istituzioni sarebbero dovuti uscire immediatamente di scena.
Che bilancio fa di questi cinque anni?
Un bilancio assolutamente positivo, viste le condizioni in cui mi sono trovato, con difficoltà ed ostacoli creati ad arte per impedirmi di lavorare. Abbiamo fatto cose disumane in queste abnormi condizioni, subendo un ostruzionismo spropositato, attacchi violenti e volgari.
Che consiglio darebbe al prossimo sindaco di Trapani?
Credo che chi verrà dopo di me non avrà bisogno di consigli.
Quali sono, alla luce della sua esperienza, i principali problemi che presenta oggi la città di Trapani?
I problemi sono tanti. Noi abbiamo cercato di avviarli ad una soluzione. Chi verrà dopo, se vorrà, potrà contare sul lavoro che abbiamo fatto.
Le dispiace che non si siano create le condizioni per ricandidarsi?
Io ho dato la mia disponibilità solo per 5 anni. Quando ho accettato di candidarmi, non c’era da parte mia un’ambizione di carriera. C’era un mettersi al servizio della collettività. Ed è quello che ho fatto.
Un messaggio finale che vuole lasciare ai trapanesi?
Devono iniziare a ragionare con la loro testa, non più con la testa di altri. Devono affrancarsi dai tiranni. Devono smettere di dire “fate voi, a noi non interessa”, occorre maggiore collaborazione.
Un ricordo di questi 5 anni difficile che le resta particolarmente caro…
Ricordi ce ne sono tantissimi. Il tempo aiuterà a selezionarli, nei prossimi anni sarà più semplice.
Cosa farà la settimana prossima Vito Damiano, da libero cittadino?
La settimana prossima sarò ancora qui al Comune a lavorare. Poi mi ritirerò a vita privata.