Eventi approssimativi, poca luce e Bondì in una stanza buia. Di chi è la colpa?
Siamo in dirittura di arrivo della prossima stagione estiva e ancora non si sa nulla degli eventi che segneranno l’estate marsalese. Lo scorso anno i ritardi nell’organizzazione delle manifestazioni estive hanno portato a troppi malcontenti. I soldi mancano, si punta sui privati che devono dare un contributo al pubblico. E pensare che una volta era il contrario e per il vero anche oggi, lo stato dovrebbe aiutare le realtà imprenditoriali, piccole e grandi che siano. Sul lavoro “gratis” degli artisti si è detto tanto, gli hanno dato “in pasto” un direttore artistico rinomato per una stagione teatrale, quella comunale, ancora una volta messa su in fretta, poco pubblicizzata, che è stata negativa. A conferma che dei 1500 posti circa dell’Impero nei vari spettacoli organizzati, si è arrivati a riempire massimo 700 poltrone e con scelte molto lontane dal mondo dei giovani. Con le manifestazioni garibaldine, il passo sembrava quello giusto. Con l’aiuto degli sponsor si è creata una cinque giorni di convegni con personalità importanti come lo storico Ugolini e con una regata che, tecnicismi sportivi a parte, ha portato turismo.
Tra gli eventi correlati, sabato sera San Pietro ha ospitato uno dei cantautori siciliani di punta: Alessio Bondì, uno che nella sua Palermo è un continuo sold out e che è stato finalista alle Targhe Tenco tra i migliori album (Sfardo) in dialetto del 2015. Lo scorso anno le Cantine Fina hanno potuto godere del folk di Bondì di un viaggio in terra di Sicilia nell’ambito di una rassegna musicale ben accolta. Adesso è tornato partendo dal bel ricordo e tornando a casa rammaricato. Non solo ha ragione ma a Bondì va tutta la solidarietà nostra, degli artisti locali e delle circa 30 persone che lo hanno abbracciato nonostante tutto. Il concerto gratuito del cantautore è partito male: non è stato pubblicizzato all’interno del cartellone delle manifestazioni garibaldine, eppure non era un alieno, un ectoplasma, anche se è stato trattato proprio come se non ci fosse, come se si fossero dimenticati di lui come la luce durante il concerto jazz di “Salvatore Casano Quartet” a Palazzo Grignani, dove i musicisti hanno suonato grazie alla sola illuminazione dell’atrio. A Bondì non è stato permesso di fare le prove, il tecnico si è presentato alle 22 circa (il concerto era previsto per le 21) con un cavo per collegare delle casse.
Problemi di audio che hanno portato il giovane cantautore a spostarsi in una stanza, quella chiamata “Paesaggi e tendenze”, seduto su una sediolina con la sola luce di un neon e 30 affezionati che lo apprezzano e lo seguono. Il cantautore ha tenuto lo stesso il suo concerto avendo parole dure contro l’organizzazione delle manifestazioni garibaldine. Le persone presenti hanno testimoniato la mortificazione per quanto accaduto al cantautore Premio “De Andrè”. Contattato telefonicamente, Bondì ci ha detto che le persone a cui doveva dire certe cose sono state avvertite: “Voglio chiudere qui la vicenda e considerarla come una brutta esperienza”. Lui chiude da signore, noi invece diciamo che non si tratta così un artista che il suo lavoro lo fa bene e che vive di questo come qualsiasi altro lavoratore. E purtroppo dispiace costatare che non è la prima volta che ciò accade. Domenica nel tardo pomeriggio invece, accanto al Monumento ai Mille, sul palco, Amministrazione (sindaco e giunta in primis) e comitato organizzatore hanno fatto i loro discorsi di commiato premiando i vincitori della regata “Garibaldi Challenge”. A seguire un interessante concerto della band reggae locale Sikulamente Band che ha suonato per poca gente perchè, smontati baracche e burattini, tutti sono andati via, comitato, premiati, velisti, turisti. Ma perchè non farli rimanere e coinvolgerli in un momento leggero di divertimento, di spensieratezza e di “groove”? Il groove purtroppo non sanno neanche cosa sia. Allora vogliamo sapere chi in questo caso – così come in altri – ne è responsabile.
Da una parte l’Amministrazione che ha approntato il cartellone, dall’altro il comitato organizzatore. Come ci ha fatto sapere il Consigliere comunale Daniele Nuccio, che ha avuto una sua parte attiva in alcuni eventi collaterali, “… il comitato e i volontari hanno dato l’anima affinchè tutto funzionasse al meglio e non meritano strascichi polemici”. Ma è vero anche che tra l’una e l’altro è mancato un staff di coordinazione che si occupasse di tutti gli eventi in programma alcuni dei quali anche in contemporanea. Uno staff che facesse da collante tra Comune e comitato e laddove ci sia stato, ha fallito. Completamente. E forse gli enti preposti dovrebbero rivedere organizzazione e rapporti di fiducia. Anche perchè c’è un’economia dietro questa macchina che ha finito la benzina, ci sono soldi. E mentre quelle che vanno a gonfie vele sono le feste religiose delle contrade e la sagre di Paese, noi attendiamo delle risposte concrete, “nomi e cognomi”, parafrasando i titoli di alcuni album musicali… ma che ne sanno…